Coop bellunesi, un fatturato di 34 milioni

Martedì 23 Aprile 2019
LAVORO SOCIALE
BELLUNO Le cooperative avanzano aggiudicandosi quei servizi che le pubbliche amministrazione esternalizzano allo scopo di ridurre i costi. Il risparmio è assicurato, ma a pagarlo sono i lavoratori che, a parità di ruolo con i colleghi delle pubbliche amministrazioni, si ritrovano con una busta paga più leggera di circa 200 euro lavorando due ore in più la settimana. In provincia sono oltre 1200 gli occupati in questo settore che produce annualmente un fatturato di circa 34 milioni di euro.
IL NUOVO CONTRATTO
Una boccata di ossigeno arriva però in queste ore con il rinnovo del contratto delle Cooperative sociali che prevede un aumento annuo dai 70 a 129 euro, a seconda del livello, che andrà a regime in tre scaglioni. L'attesa sarà ricompensata con una una tantum di 300 euro che colmerà il periodo di mancato rinnovo, ovvero dal 2012. «Prendiamo un operatore socio-sanitario (Oss), ad esempio - spiega Gianluigi Della Giacoma, segretario provinciale della Funzione Pubblica Cgil -, l'aumento a regime sarà di 80 euro così ripartiti: i primi 36 a novembre, 25 ad aprile 2020 e altri 20 nel settembre successivo. Ci sarà poi l'una tantum di 300 euro». Un rinnovo importante al quale, tuttavia, afferma Della Giacoma, dovrebbe seguire un adeguamento delle tariffe da parte di grandi appaltatori, ovvero Regione, Usl e Comuni. «Sarebbe opportuno che questi adeguamenti fossero automatici» auspica Della Giacoma.
L'ESPANSIONE
Le cooperative, pur fondamentali nel principio che le ha ispirate, ovvero di opportunità di reinserimento per persone che hanno avuto o hanno problemi di diversa natura, stanno prendendo sempre più piede nei servizi alle pubbliche amministrazioni dove l'imperativo è uno e uno soltanto: risparmiare. «L'importante è tagliare i costi - prosegue il sindacalista - senza accertarsi a chi e come svolgerà il lavoro. Nella nostra provincia abbiamo realtà serie, ma ci sono situazioni sempre più difficili da gestire, con una concorrenza sempre più dura che, alla fine, si scarica sul lavoratore. Ecco perché sarebbe importante che ci fosse una responsabilità dell'appaltatore nell'accertare chi e come svolgerà il servizio».
OLTRE LA CONCORRENZA
Ci sono cooperative, spiega ancora il sindacalista, che hanno anche 8mila dipendenti, e che pur di non aggiudicarsi un appalto riescono anche a fare offerte sottocosto. E nel giro di tre anni sbaragliano la concorrenza. «Questa è una tendenza che va crescendo - spiega Della Giacoma - soprattutto da parte di realtà che vengono da fuori». Le cooperative stanno insomma diventando vere e proprie industrie del lavoro low cost.
Lauredana Marsiglia
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