Furbetti del cartellino? «Nessun dolo», solo due condanne

Sabato 21 Novembre 2020
IL PROCESSO
BELLUNO Sono state così tante le assoluzioni che le due condanne, per altro lievi e riguardanti il reato di minore gravità, sono passate in secondo piano. Si è concluso ieri, in Tribunale a Belluno, il processo ai dipendenti del Servizi forestali regionali imputati di truffa aggravata ai danni dello Stato, per alcune pause dal lavoro effettuate senza aver timbrato il cartellino, e per falsa attestazione in servizio. Alla sbarra c'erano Claudio Tura, 66enne nato a Brunico (avvocati Milan e Carpignani del foro di Verona), e i bellunesi Lorenzo Pertoldi, di 62 anni (avvocato Anna Casciarri), Fabio Da Re, di 49 (avvocato Massimo Montino), Rosanna Lunardon, di 61 (avvocato Luciano Licini) e Antonio Palma, di 64 (avvocato Paolo Zaglio). Imputato solo di omessa denuncia l'ex dirigente bellunese Pierantonio Zanchetta, 66enne di Belluno (avvocati Silvia Dolif ed Elisabetta Frate), che non avrebbe segnalato quello che stava accadendo.
LA SENTENZA
Durante la sua requisitoria il pubblico ministero aveva chiesto l'assoluzione di tutti gli imputati. Il giudice l'ha accolta ma solo in parte. Pertoldi e Tura, infatti, sono stati assolti dal reato di truffa aggravata e condannati per il falso. Il primo a 5 mesi e 10 giorni di reclusione e 50 euro di multa. Il secondo a 7 mesi e 20 giorni e 100 euro. Le pena è sospesa per entrambi. Inoltre sono stati condannati a pagare 5mila euro di danni (ciascuno) alla Regione che, tramite l'avvocato Sebastiano Tonon, ne aveva chiesti ben 40mila.
IL CASO
L'inchiesta dell'allora procuratore Francesco Saverio Pavone iniziò nel 2015. A seguito di un esposto anonimo, secondo cui alcuni forestali di via Caffi gestivano a loro piacimento il proprio orario di lavoro, 12 dipendenti regionali di via Caffi finirono nel mirino della Procura. Sei di loro scelsero il rito abbreviato e furono tutti prosciolti dalle accuse. Si tratta di Bruno De Benedet, Danilo Fersuoch, Francesco Frigimelica, Maria Fuss, Lorella Barrel, Luisa De Marchi. Gli altri sei furono rinviati a giudizio. Le posizioni più pesanti erano quelle di Pertoldi e Tura. Per la pubblica accusa non avevano timbrato il cartellino per 123 volte l'uno, 58 l'altro. Accumulando rispettivamente 44 e 27 ore di assenteismo.
LE DIFESE
L'avvocato Casciarri ha cercato di dimostrare come queste uscite, in realtà, non abbiano arrecato alcun danno alla Regione essendo compensate dalle «numerose ore di straordinari che facevano e non certificavano ma che alcuni testi hanno confermato». «Siamo molto soddisfatti ha aggiunto soprattutto per l'assoluzione dal reato più infamante, ossia la truffa aggravata che implica una condotta ingannatoria ai danni della pubblica amministrazione. Per l'altro faremo appello». A Fabio Da Re venivano contestati tre episodi per un totale di circa due ore e 12 minuti di assenza, sempre nel trimestre del 2015 contestato nel capo d'imputazione. La difesa, avvocato Montino, ha spiegato che si trattò di «impellenti necessità mediche e lavorative». Inoltre, come è stato ripreso anche nelle difese Lunardon e Palma, il danno deve essere economicamente apprezzabile per prevedere una condanna. Nel caso di Da Re sarebbe stato di circa 50 euro. Ancora meno per Lunardon (sei mancate timbrature). Il dirigente Zanchetta aveva una posizione diversa. Lui era imputato di omessa denuncia. Per la Procura sapeva quello che stava accadendo ma non lo segnalò all'autorità giudiziaria. Il giudice l'ha assolto perché il fatto non sussiste. «Oltre ad essere dirigente forestale ha spiegato nelle dichiarazioni spontanee di ieri mattina ero anche vicario della sezione Bacino Idrografico Piave-Livenza. Svolgevo ruoli molto impegnativi sotto il profilo della responsabilità e del carica di lavoro. Con i colleghi avevo un rapporto consolidato nel tempo e di estrema fiducia. Non aveva motivo di dubitare di loro». L'avvocato Dolif ha insistito proprio su questo punto: «Non c'è stato il dolo». E il giudice le ha dato ragione. Tra 90 giorni le motivazioni della sentenza.
Davide Piol
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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