FELTRE
Il processo a Fabio Vettorel, il 19enne feltrino detenuto in carcere minorile

Giovedì 16 Novembre 2017
FELTRE Il processo a Fabio Vettorel, il 19enne feltrino detenuto in carcere minorile
FELTRE
Il processo a Fabio Vettorel, il 19enne feltrino detenuto in carcere minorile ad Amburgo dal 7 luglio dopo l'arresto per i disordini al G20, andrà per le lunghe. Due nuove udienze sono state fissate ieri per il 27 novembre e il 4 dicembre, quando dovrebbe arrivare la sentenza. Ma c'è uno spiraglio per la liberazione del ragazzo prima di quella data: ieri i suoi legali, avvocati Gabriele Heinecke e Arne Timmermann, hanno rinnovato la richiesta di scarcerazione per il loro assistito. Ma questa volta sembra esserci una possibilità: il giudice ha ascoltato la mamma di Fabio, Jamila Baroni, chiedendole dove vive ad Amburgo per accertare che vi sia un domicilio idoneo per il ragazzo.
LA RISERVA
La Corte si è riservata la decisione che potrebbe arrivare oggi pomeriggio, quando Fabio potrebbe tornare in libertà dopo 132 giorni di detenzione. Tre poliziotti hanno parlato ieri, chiamati dall'accusa, nell'udienza del processo che vede il feltrino alla sbarra per disturbo alla quiete pubblica, tentativo di causare danni mediante mezzi pericolosi (lancio di oggetti) e resistenza a pubblico ufficiale. Tutto era iniziato in mattinata alla Corte di Amburgo, nel distretto di Altona, il più occidentale dei distretti di Amburgo, dove, tra l'altro, si sarebbero svolti i fatti contestati. Una dopo l'altra si sono susseguite le testimonianze degli agenti Thordsen, Starke e Gemar che quel giorno della protesta finita sotto accusa indossavano abiti borghesi. Hanno seguito i manifestanti, black bloc, partiti dalla zona dello stadio in cui campeggiavano fino all'incontro-scontro con il cordone dei poliziotti. È stato il giorno più importante per l'accusa contro Fabio, che deve dimostrare in aula la complicità e volontà del ragazzo di partecipare a quella manifestazione abusiva dei violenti black bloc. Tutto il processo si fonda su questo: contro il feltrino infatti non ci sono immagini, foto che lo ritraggono nello scontro in cui c'è stato lancio di oggetti contro la polizia.
IN TRIBUNALE
Quelli sfilati ieri in aula sono quindi sono i testimoni chiave dell'accusa: i poliziotti che hanno osservato da vicino la folla di manifestanti. Si gioca tutto qui: Fabio sapeva di essere insieme a un gruppo di individui travisati che stavano procedendo con intenzioni tutt'altro che pacifiche? Per l'accusa sì, per la difesa no. I legali di Fabio ieri hanno anche formalizzato la rinuncia all'altra difesa di un altro manifestante, caso che avrebbe comportato una sorta di incompatibilità nella difesa di Fabio. Una vicenda semplice nella sua complessità, ma sulla quale resta in bilico un fardello pesante che solo la sentenza di assoluzione potrebbe dissipare.
Alessia Trentin

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