Fallimento Acc: «Reclamiamo verità, non teste»

Venerdì 11 Maggio 2018
Fallimento Acc: «Reclamiamo verità, non teste»
MEL
Finché c'è vita, c'è speranza. Quella dei sindacati, di speranza, ha vita fino al 6 giugno, intanto. Ma la prospettiva è che quel giorno si apra una volta per tutte la possibilità di fare giustizia sul crac di Acc Compressors. Perché quel giorno il Tribunale di Pordenone si pronuncerà sulla decisione finale: se andare avanti con il processo nei confronti del vecchio consiglio di amministrazione (Luca Ramella, Paolo Pecorella e Fausto Cosi) o se archiviare tutto, come chiesto dalla Procura. Così ha deciso il Gip, mercoledì, andando incontro alla richiesta mossa in maniera coralissima da tutto il territorio bellunese. Del resto, per gli operai di Mel che hanno subito sulla loro pelle il fallimento, il colpo di spugna su 450 milioni di buco suonerebbe come una beffa.
CHIESTE NUOVE INDAGINI
«Siamo di fronte ad un momento importante: il rinvio al 6 giugno fa ben sperare - dice Luca Zuccolotto, segretario provinciale Fiom Cgil, da sempre attento alle vicende Acc -. Io sono convinto che si andrà a processo. Anche perché c'è stato un intervento importante della Corte d'Appello di Trieste». Difatti, la Procura Generale, sulla opposizione presentata dal commissario Maurizio Castro alla richiesta di archiviazione, ha invitato il Gip a disporre nuove indagini parlando di inchiesta «lacunosa».
INTOLLERABILE
«Noi non chiediamo la testa di un colpevole - continua Zuccolotto -. Chiediamo semplicemente che venga accertata la verità. Perché quello che è successo all'Acc di Mel è qualcosa di intollerabile. Ci vuole giustizia vera, visto che ci sono stati avvoltoi con nomi e cognomi ben precisi. Persone che risultano nullatenenti e che se perderanno il processo dovranno andare in galera. Anche le persone che si avvicinavano al presidio che abbiamo fatto davanti al Tribunale, mercoledì, ce lo dicevano: è una vergogna che non si celebri il processo. È invece storico il fatto che tutto il territorio si sia unito per questa vicenda». LA SITUAZIONE OGGI Il territorio è unito anche sul presente di Acc Wanbao. Perché a fine settembre scadranno gli ammortizzatori sociali e al momento continuano ad esserci 130 esuberi sul tavolo. «Acc è rimasta in piedi per la professionalità dei suoi operai - conclude Zuccolotto -. Noi stiamo lavorando per annullare questi numeri. Le uscite volontarie, al momento, sono una trentina. Adesso, sotto con orari di lavoro e part-time per arrivare a zero esuberi».
Damiano Tormen
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