Avena assetato: acquedotto sparito

Giovedì 5 Dicembre 2019
Avena assetato: acquedotto sparito
FELTRE
Stritolata tra le carte e le pastoie burocratiche. La montagna dei feltrini sembra essere stata dimenticata dalla politica locale e dagli enti che dovrebbero invece, non solo tutelarla, ma anche cercare in tutti i modi possibili di rilanciarla e non di assetarla. È certo che gli impianti di risalita del Monte Avena non possono competere con le grandi capitali del circo bianco come Cortina d'Ampezzo o Alleghe, è sicuro però che il suo giro ce l'hanno anche le Buse ma anche le malghe che sono presenti sulla cima dell'Avena visto che sono meta in estate di tanta gente e rappresentano un importante tassello per la zootecnia della zona. Dalla montagna dei feltrini si lanciano anche i parapendiisti e il sito sportivo è nelle mappe delle maggiori federazioni internazionali. Nel 2017 la zona ha ospitato i Campionati mondiali e dopo è stata scelta come area di allenamento e di gara dai migliori piloti attualmente sulla piazza. Il Campon è quindi conosciuto nei cinque continenti ma sembra però che sia uscito dai radar degli amministratori locali.
I PROBLEMI
Uno dei problemi principali del Monte Avena è la mancanza d'acqua che da tanto tempo assilla la zona. Una questione dibattuta e discussa sui tavoli più autorevoli degli enti locali. Carte e documenti, firme e timbri. Il risultato però è che l'acqua per far funzionare i cannoni della neve sulle piste delle Buse non c'è ma non si vede nemmeno quella per abbeverare le mucche che d'estate pascolano sui prati d'altura e che poi la sera trovano rifugio nelle malghe. Per sparare la neve la società degli impianti raccoglie il necessario dal piccolo laghetto realizzato per l'occasione a fianco del parcheggio, i malgari, invece devono ogni giorno fare ben due viaggi pianura-montagna con le cisterne cariche del prezioso liquido necessario anche per le aree di ristorazione attigue alle stalle.
I PROGETTI NEL CASSETTO
La cosa più grave di tutte però è il fatto che da anni i progetti ci sono come anche i soldi. Il denaro è pronto ed è arrivato all'Unione montana feltrina e ai Comuni grazie ai Fondi dei Comuni di confine. Dell'acquedotto che dovrebbe partire dalla fonte di Salzen in comune di Sovramonte e arrivare sulla cima dell'Avena non se ne sa più nulla. E le tubature necessarie non sono come quelle dei gasdotti che arrivano dalla Siberia, basterebbero per far sciare alle Buse anche quando non nevica e abbeverare vitelli, mucche e tori, solo poco più di 2 chilometri e mezzo. Il costo poi non è tanto esorbitante dato che il progetto, già ben studiato, prevede una spesa di 650mila euro (che già sono in cassaforte). L'intero pacchetto però (già finanziato per poco più di un milione) comprende anche la ristrutturazione di tre casere in località Le Laste che sarebbero trasformate a fini turistici e l'abbattimento dell'ex albergo Monte Pavione a Croce d'Aune. Una struttura ricettiva che è ormai un rudere fatiscente tanto che al passaggio della tappa del Giro d'Italia dello scorso primo giugno che è terminata alle Buse, il comitato organizzatore è stato costretto ad impacchettarlo con teloni rosa rispecchiando il tema della corsa nazionale. Abbattuto il Monte Pavione dovrebbe essere realizzata una palestra di roccia artificiale che, come l'acquedotto e le casere sembrano essere finite nel dimenticatoio.
Alessandro Tibolla
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci