Alcolisti, in aumento chi si cura

Mercoledì 20 Gennaio 2021
Alcolisti, in aumento chi si cura
L'EMERGENZA
BELLUNO Sempre più richieste d'aiuto da chi è finito nel tunnel dell'alcolismo. Nel periodo Covid sono aumentati del 30%, nell'ultimo anno, i bellunesi dipendenti dall'alcol che bussano alla porta dell'associazione Alcolisti anonimi. Questi i dati ufficiali raccolti dalle associazioni sul territorio.
IL PORTAVOCE
«Il periodo legato al covid ha fatto grossi danni e il disagio è palpabile» racconta il referente del gruppo Meteora degli Alcolisti Anonimi di Belluno. Il dato, identico a Feltre, è preoccupante. Non solo per l'incremento repentino di casi negli ultimi 12 mesi ma anche perché rappresenta solo una fetta del problema. C'è infatti una percentuale altissima di sommerso di cui fanno parte coloro che non hanno la forza e il coraggio di esporsi e chiedere aiuto. Per questo motivo il dato è ancora più alto. L'emergenza sanitaria ha cambiato la vita di tutti. Compresa quella delle associazioni, come gli Alcolisti Anonimi, abituate a incontri di persona. Un sorriso, una stretta di mano, una pacca sulla spalla, un abbraccio: gesti semplici ma fondamentali per avvicinare qualcuno e convincerlo a fidarsi. Con il covid gli incontri sono diventati telematici. «Ci siamo dovuti arrangiare con i gruppi online spiega l'associazione di Belluno Abbiamo ricevuto davvero tante richieste di partecipare alle riunioni. Molti, però, fanno ancora fatica perché non sanno chi troveranno dall'altra parte e quindi fanno un passo indietro».
I DATI
La maggior parte della persone ha dai 35 ai 45 anni. Ma ci sono davvero tutte le età: «Qualche anno fa arrivarono da noi due ragazze ventenni. Quando siamo giovani ci sentiamo i padroni del mondo e pensiamo di essere capaci di gestire le nostre emozioni. Poi arriva il conto». In media gli Alcolisti Anonimi di Belluno seguono circa 15 persone. Dipende anche dai periodi. In autunno e in inverno i numeri sono più alti. Con il 2020, e quindi con il covid, «sono cresciuti di circa il 30%». Il virus non ha creato, da zero, la dipendenza ma «ha accentuato un disagio che esisteva già e che, in situazioni del genere, può esplodere». In altri casi, come quelli evidenziati dall'Usl 1 Dolomiti e riguardanti i pazienti positivi e gli operatori sanitari, ha invece creato delle vere e proprie patologie. La realtà di Feltre è speculare. «Nell'ultimo anno si sono aggiunte circa 10 persone fanno sapere dal gruppo Alba degli Alcolisti Anonimi E ce n'erano già 17. I più giovani hanno 34, 35 e 40 anni. Da quello che ho sentito ci sono state molte ricadute». Anche in questo caso il ritrovo è online: «Gli appuntamenti erano tre volte a settimana, sono diventati 2 e ci si guarda dallo schermo di un computer. Ci manca molto il contatto fisico ma non ci sono alternative». Le associazioni vivono la distanza come un ostacolo non solo agli incontri di gruppo ma anche alle presentazioni e prese in carico delle persone che si rivolgono a loro. «Se qualcuno ci chiama non possiamo più fare come prima: raggiungerli, presentarci e conoscerci. Quando abbiamo riaperto, nella pausa tra le due ondate, è stato come rinascere, riappropriarci di uno strumento potentissimo che è quello del ritrovo e della condivisione». Contattare queste associazioni è facile. Basta entrare nel sito www.alcolistianonimiitalia.it e cercare la sede più vicina. Compariranno l'indirizzo, il numero da contattare e gli orari delle riunioni. «Il telefono sta funzionando molto sottolineano da Belluno C'è bisogno di condividere e di parlare. Ci chiamano tutti i giorni. Ma è importante far sapere che ci sono anche i gruppi online». Il problema dell'alcolismo, a Belluno, è noto da anni. Si tratta di una piaga sociale che si fa sempre più larga: «È molto diffuso, sì, e l'età media si sta abbassando. Il divertimento dei giovani ormai passa solo attraverso l'alcol o qualcosa che faccia sballare. All'inizio lo fai per trasgressione, poi diventa una dipendenza. Fondamentale rendersene conto e chiedere aiuto».
Davide Piol
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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