Veneto, il crollo del turismo: da 71 a 32 milioni di presenze E il ministro cambia il brand

Sabato 20 Febbraio 2021
IL RAPPORTO
VENEZIA Il grafico fa impressione: una curva rossa che dal 1997 cresce, ogni anno sempre di più, fino a raggiungere nel 2019 il record: 71,2 milioni di presenze turistiche in Veneto. Poi, nel 2020, il crollo, la curva che scende in picchiata: 32 milioni e mezzo di visitatori, una perdita del 54,4%. E sul fronte degli arrivi è ancora peggio: -61,1%. I tedeschi sono rimasti al primo posto come provenienze straniere, ma sono più che dimezzati: da 16 a 7 milioni. Cinesi e russi sono praticamente scomparsi, da 1 milione a poco più di 100mila. È l'effetto coronavirus. Il Covid ci sta stremando - ha detto l'assessore al Turismo, Federico Caner - ma sta anche rafforzando una voglia di riscatto. Se il 2020 rimarrà nella nostra storia come l'annus horribilis, il 2021 e gli anni a venire non potranno che essere quelli della rinascita di una terra che ha sofferto molto, ma non ha mai perduto la cosa più preziosa: se stessa».
I DATI
L'anno scorso le presenze turistiche nazionali in Veneto sono calate del 25,3%, nonostante i segni positivi di agosto (+8,6%) e di settembre (+0,5%). Eppure il 2020 era iniziato bene: gennaio +8,1% e febbraio +2,1% nelle presenze, ma poi la pandemia, il lockdown e le successive limitazioni agli spostamenti hanno determinato il crollo. A luglio è iniziata la ripresa, con numeri che comunque rappresentano la metà di quelli registrati nel 2019. Tra le strutture ricettive a risentirne di più è stato il comparto alberghiero (arrivi -64,7% e presenze -60,8%).
LA RICHIESTA
E adesso a soffrire è la montagna, tanto che i consiglieri regionali del Pd Francesca Zottis, Giacomo Possamai e Vanessa Camani hanno chiesto al governatore Luca Zaia di sostenere economicamente il settore: «La Regione dopo aver stilato l'elenco dei danni non aspetti Roma, ma metta sul piatto soldi propri».
IL PIANO
«Bisogna migliorare la quota di mercato dell'Italia nel mondo - afferma il neo ministro del Turismo, Massimo Garavaglia - e portare più stranieri possibili in Italia. Dobbiamo uscire con una voce sola: l'Italia nel mondo». Il piano va tutto studiato, già dalla prossima settimana il responsabile del dicastero incontrerà la Conferenza delle Regioni e l'Anci per spingere il brand Italia, «cosa che - a suo dire - finora è stata fatta in maniera confusa». Nel frattempo, operatori del settore, ma anche sindaci e amministratori si stanno muovendo per tentare di arrivare all'estate Covid free. «Ho proposto al presidente della regione Sicilia Musumeci - spiega Francesco Forgione, sindaco di Favignana - di vaccinare totalmente la popolazione delle nostre tre isole (Favignana, Levanzo e Marettimo) per proporle come isole Covid free sul modello che si sta sperimentando in Grecia». Dopo aver proposto in sede europea l'utilizzo del passaporto vaccinale per permettere la libera circolazione senza restrizioni di quanti abbiano già ricevuto le due dosi del vaccino, la Grecia ha deciso infatti per presentarle completamente libere dal virus. Alcune di queste sono già pronte, con cittadini e stranieri residenti tutti vaccinati: Meganisi, Kalamos e Kastos sul Mar Ionio e Ikaria nell'Egeo. E anche un'isola decisamente più grande come Rodi è a buon punto. Da segnalare che da ma marzo il Gruppo Alpitour avvierà vacanze Covid-tested: corridoi sicuri verso le Canarie.
Insomma, la profilassi diventerà un elemento di competitività turistica. E questo spiega la corsa delle Regioni a cercare più dosi possibili.
Alda Vanzan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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