Verona, i coniugi sgozzati dal figlio adottivo al culmine dell'ennesima lite per droga

Giovedì 27 Aprile 2023
Genitori uccisi a Verona

VERONA - Ha vagato per Verona tutta la notte di lunedì, con le mani vistosamente tagliate, in grave stato confusionale. Ma poi martedì Osvaldo Turazza non ce l'ha fatta più: arrivato nei pressi di una caserma della Guardia di finanza, il 54enne ha telefonato proprio alle Fiamme gialle, confessando di aver ucciso i suoi genitori adottivi e chiedendo ai militari di andare a prenderlo. Così è stato risolto il duplice omicidio del 75enne Giampaolo Turazza e della 73enne Wilma Vezzaro, sgozzati nell'appartamento in cui vivevano al secondo piano di un condominio nel quartiere Borgo Roma.

Un delitto che sarebbe stato commesso al culmine dell'ennesima lite sui soldi per la droga.


L'INTERROGATORIO
Turazza si è fatto accompagnare sul luogo della tragedia. Quando i finanzieri hanno visto i corpi dei due anziani (il padre era steso sul letto, la madre era riversa nel corridoio), hanno allertato il sostituto procuratore Elvira Vitulli. A quel punto sono intervenuti gli agenti della Squadra mobile, per consentire i rilievi della Polizia scientifica, mentre l'assassino è finito in Questura. Ne è uscito, dopo ore di interrogatorio, in stato di fermo per duplice omicidio aggravato dalla contestualizzazione domestica. Il movente, secondo una prima ricostruzione degli inquirenti e degli investigatori, andrebbe ricercato nei contrasti che segnavano i rapporti tra l'uomo e i suoi genitori: Osvaldo chiedeva sempre denaro a Giampaolo e Wilma, pensionati che trascorrevano le giornate con i loro due gatti in casa e accudendo un randagio in giardino, a causa dei suoi problemi con gli stupefacenti. Nel suo passato vi sono precedenti per reati contro la persona e per droga.


LE URLA
Una vicina, che abita al piano inferiore, ha raccontato di aver sentito dei rumori, a cui però non dato molto peso, perché altre volte si erano sentite urla quando l'uomo arrivava a far visita al papà e alla mamma. Osvaldo, figlio unico adottato in età adulta, abitava con una compagna a Porto San Pancrazio e da tempo non viveva più con i genitori, «pur mantenendo con loro - spiegano gli investigatori - rapporti per soddisfare le proprie esigenze quotidiane». Un'altra inquilina del palazzo ha confermato i problemi del 54enne: «Chiedeva soldi a tutti. Anch'io aspetto ancora 100 euro, ma a Wilma non dicevo niente per rispetto: era una persona adorabile, una grande amica».

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