«L'hanno ubriacata con la vodka prima di andare in una stanzetta e violentarla». Assolti sul fronte penale

Pubblicate le motivazioni della sentenza sul caso della ventenne vittima di violenza di gruppo al Molocinque di Marghera. Provisionale di 20mila euro per i due indagati

Giovedì 28 Settembre 2023 di Gianluca Amadori
Molocinque di Marghera

MESTRE - Erano consapevoli che la ragazza era ubriaca e hanno continuato a farla bere vodka per poi portarla in una stanza appartata, all'interno della discoteca, e approfittare sessualmente di lei: «La vittima, al momento del fatto, era talmente ubriaca da doversi escludere qualsiasi valido consenso ai rapporti sessuali a lei imposti».
È con questa motivazione in base alla quale, lo scorso giugno, la Corte d'appello di Venezia ha ribaltato la sentenza relativa ad una violenza sessuale di gruppo avvenuta nel 2016 all'interno del Molocinque di Marghera, ai danni di una ventenne, ad opera di due "organizzatori di serate" che lavoravano nel locale.
Contro l'assoluzione di primo grado, la procura non ha proposto appello e così la terza sezione penale della Corte (presidente Elisa Mariani) ha potuto pronunciarsi soltanto sulla richiesta della parte civile, rappresentata dall'avvocata Agnese Sbraccia, condannando i due imputati al unicamente risarcimento dei danni subiti dalla ragazza, da liquidarsi in separata sede, con una provvisionale di 20mila euro.

Nessuna sanzione penale, invece, potrà essere inflitta in quanto quella parte della sentenza è già diventata definitiva.

Nelle motivazioni della sentenza depositate pochi giorni fa, i giudici di secondo grado definiscono inattendibile il racconto reso da alcuni testimoni della difesa, secondo i quali la ragazza non appariva ubriaca, anzi era assolutamente sobria; versione smentita da quella resa da un dipendente del Molocinque e da altri elementi raccolti nel corso delle indagini, che contrastano con la ricostruzione effettuata dagli imputati, secondo i quali la ventenne era consenziente ed era stata lei a provocarli e ad insistere per fare sesso nel locale lavanderia della discoteca.
I due imputati, uno di 47 anni, residente a Vigonza e l'altro di 49 anni, di Fiesso d'Artico, difesi dall'avvocato Alberto Berardi, potranno impugnare di fronte alla Corte di Cassazione: la sentenza, che si occupa delle cosiddette statuizioni civili, non è dunque ancora definitiva.

RILEVANTE GRAVITÀ
La Corte d'appello definisce di «rilevante gravità» la vicenda che ha coinvolto la ragazza, la quale «ha subito violenza sessuale da parte di due soggetti, gli organizzatori della serata, come tali presentatisi quali persone affidabili; la sua buona fede è stata ingannata, è stata ridotta in uno stato di semi incoscienza, ha subito un danno fisico e morale di notevoli proporzioni».
A dimostrazione della consapevolezza in capo agli imputati viene citata la frase pronunciata da uno dei due durante l'atto di violenza: «Dove l'hai trovata questa?»
Per i giudici si è trattato di una violenza di gruppo in quanto i due "pr" erano assieme: «Il reato contestato è stato consumato dagli imputati sia sotto il profilo oggettivo (non negato dalla difesa, che però sosteneva che il sesso era consenziente, ndr) che sotto quello soggettivo». Ovvero i due imputati sapevano che la ragazza non era in grado di capire cosa stava facendo e ne hanno approfittato: comportamento che configura il reato di violenza sessuale.
 

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