Giustizia penale o civile? Un caso di stupro in discoteca si ferma a un passo dalla sentenza. Effetto legge Cartabia

Venerdì 10 Marzo 2023 di Nicola Munaro
Un caso di stupro in discoteca si ferma a un passo dalla sentenza. Effetto legge Cartabia

Arrivati al traguardo, il rischio è quello di dover ripartire da capo. Effetto, ennesimo, dell'applicazione della riforma della Giustizia voluta dall'ex Guardasigilli Marta Cartabia. Succede in Corte d'Appello a Venezia dove un processo di secondo grado per un risarcimento legato a un'accusa di stupro in discoteca, è stato rinviato al 12 giugno in attesa che le Sezioni Unite della Cassazione decidano se in questo caso si applichi - o meno - la nuova norma che prevede come gli appelli ai soli fini civili vadano d'ora in poi davanti al tribunale Civile e non più penale, com'è stato finora.

E com'è in questo dibattimento.


CASO DI SCUOLA
Quello veneziano quindi potrebbe essere un caso di scuola dal momento che l'intero dibattimento in Appello si è discusso davanti ai giudici penali ma ora che è tempo di sentenza, vige la nuova norma e quindi i giudici penali sarebbero incompatibili. Per non sbagliare e inficiare ogni decisione, ieri i giudici veneziani invece di ascoltare le richieste delle parti ed emettere la sentenza, hanno allontanato la palla dall'area portando il caso davanti ai Supremi giudici. Si tornerà in aula a metà giugno, sempre che la Cassazione abbia deciso, altrimenti ci sarà un nuovo rinvio.


LA STORIA
La storia è quella di un presunto stupro alla discoteca Molocinque di Marghera, la sera del 2 aprile 2016. Due pr del locale - rappresentati dall'avvocato Alberto Berardi - erano finiti a processo con l'accusa di aver offerto da bere a una ragazza all'epoca diciannovenne, già ubriaca, e dopo di averla portata in una zona nascosta della discoteca e lì violentata, dietro un bancone. La ragazza aveva raccontato che i pr del Molocinque le avevano offerto altri drink per approfittare di lei. I due erano però stati assolti in primo grado: i due promoter avevano sempre ammesso il rapporto sessuale con la ragazza, ma negato la violenza. In più occasioni avevano dichiarato che la diciannovenne era del tutto consenziente e che quindi non c'era stata alcuna violenza sessuale. Per dimostrarlo la difesa aveva portato anche le testimonianze di alcune persone presenti al Molocinque che avevano riferito di ricordare che la ragazza trascorse tutta la serata e a chiacchierare con gli amici.


IL RICORSO
La sentenza di assoluzione non era stata impugnata dalla procura, diventando così definitiva. A fare ricorso - ma solo per ottenere i risarcimenti civili - era stata la difesa della ragazza, affidata all'avvocato Agnese Sbraccia che aveva chiesto anche il rinnovamento di parte dell'istruttoria in secondo grado. L'Appello - solo per le statuizioni civili - era così andato avanti davanti alla Corte penale tra ricostruzioni e nuove testimonianze: ieri ci sarebbe dovuta essere la sentenza, ma è arrivato lo stop in attesa di capire se questo processo (celebrato quasi del tutto con le vecchie norme) possa chiudersi o invece debba ripassare dal via davanti alla Corte d'appello Civile, come indicato dalla riforma Cartabia. A nulla è servita anche l'accelerata proposta dal procuratore generale che aveva proposto alla Corte la sua tesi e la volontà di chiedere una nuova assoluzione anche per quanto riguarda i risarcimenti Deciderà Roma, quindi. Con l'effetto pratico di vedere un processo in dirittura d'arrivo rischiare di ripartire dal via.

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