Terapie intensive negli ospedali, dopo il Covid-19 l’aumento dei posti diventa definitivo

Venerdì 12 Giugno 2020 di Nicola Munaro
L'aumento dei posti letto nei reparti di terapie intensive sarà definitivo
SANITA’
VENEZIA In sostanza è la prima eredità di un virus che tre mesi fa ha sconvolto il mondo. E in attesa di una cura riconosciuta efficace e di un vaccino, gli ospedali del Veneto corrono ai ripari. Primo comandamento: non farsi trovare impreparati a una nuova mareggiata. Per questo la Regione ha previsto 24 posti letto stabili in più di Terapia Intensiva, a cui aggiungere un altro numero di letti “riservisti”. Nel Veneziano saranno 78 i letti attivi e fissi portabili a più di cento in caso di emergenza.
L’INIEZIONE
Nell’Ulss 3 si passerà così dai 54 posti letto attivi prima dello scoppio della pandemia, ai 78 previsti dalle prossime schede. Numeri che resteranno fissi e distribuito tra i vari ospedali. Con la possibilità di rispolverare «in ventiquattr’ore», ha assicurato il direttore generale dell’Ulss Serenissima, Giuseppe Dal Ben, un’altra ventina di posti letto per contrastare le emergenze. E portare il totale di nuovo a quella “quota 101” che è stata la disponibilità di accoglienza delle rianimazioni dell’Azienda sanitaria durante l’emergenza Covid-19. A loro fianco, ecco altri 19 posti di Terapia subintensiva, decisiva quest’ultima nello scacchiere della lotta al virus. 
E in caso di ritorno del contagio, saranno sempre le strutture di Dolo e di Villa Salus, a Mestre, i due Covid Hospital. 
QUOTA 101
La dimensione della battaglia è data dal progressivo aumento dei posti letto in Terapia intensiva in una corsa contro il tempo. 
«Dal 31 marzo fino a metà maggio - ha detto il dg Dal Ben, ricostruendo la storia della pandemia negli ospedali dell’Ulss 3 - abbiamo tenuto attivi 101 posti letto di Terapia intensiva, scesi a 93 fino al primo di giugno. Ora sono calati a 75 letti. Ricordo però che il nostro punto di partenza erano i 54 letti del 22 febbraio. Ci terremo ancora un margine di sicurezza di una settimana - ha continuato - per poi tornare alla dotazione standard dal 20 giugno in poi». Cioè a quei 54 posti letto fissi che, come detto, verranno implementati con altri 24 posti letto stabili a partire dall’anno prossimo. Il tutto per evitare che un nuovo contagio incroci i destini con altre emergenze mediche (dagli incidenti alle malattie gravi) e rischi di mandare in tilt il sistema delle rianimazioni. 
«Ad adesso sono 43 i letti occupati in Terapia intensiva: nessuno però è paziente Covid dalla sera del 30 maggio - ha aggiunto Dal Ben - Nella storia delle rianimazioni di questi mesi è stato importante che i due picchi (il 25 marzo quello di pazienti Covid e il 30 aprile quello di pazienti non Covid, ndr) siano stati disassati. Questo ci ha permesso di respirare, comunque sia la nostra risposta sarebbe stata all’altezza: sommando i due picchi non si sarebbe lo stesso superata la soglia dei posti disponibili».
SUBITO ATTIVI
La preoccupazione, ora, è per cosa sarà in autunno. «I posti letto sono pronti a essere riattivati se ci dovesse essere una recrudescenza del virus - ha assicurato il direttore generale - In ventiquattr’ore li riportiamo a 101: sappiamo dove metterli, come metterli e abbiamo le forze per riattivarci». 
Intanto, a dare una grossa mano, sono arrivati i 24 posti letto in più confermati dalla Regione che superano così anche i posti letto di rianimazione disponibili nel 2003, quando ancora per l’area veneziana esistevano le Ulss 12 (Venezia e Mestre), 13 (Mirano e Dolo) e 14 (Chioggia) e l’intero territorio ora racchiuso dall’Ulss 3 Serenissima poteva contare su 74 posti letto di Terapia Intensiva.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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