Incidente in laguna. ​Cecilia, lo strazio del papà: è indagato per omicidio colposo

Martedì 2 Luglio 2019 di Gianluca Amadori e Nicola Munaro
Venezia.Incidente in laguna. Cecilia, lo strazio del papà: è indagato per omicidio colposo
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VENEZIA - Omicidio colposo. È l'ipotesi di reato con la quale la Procura di Venezia ha aperto un fascicolo sulla morte di Cecilia Piva, la dodicenne vittima del grave incidente nautico verificatosi domenica pomeriggio, poco dopo le 17.30, al largo di Sant'Erasmo.

I TESTIMONI «Il disperato tentativo di salvare sua figlia»
 

 


Il sostituto procuratore che coordina gli accertamenti, Fabrizio Celenza, si appresta ad iscrivere sul registro degli indagati il nome del padre, Roberto Piva, che si trovava ai comandi del motoscafo entrato in collisione con una briccola, per consentirgli di partecipare all'autopsia, necessaria ad accertare le cause del decesso, e alla successiva perizia dinamica, che sarà disposta per ricostruire l'accaduto e capire se vi siano responsabilità.
 
Determinanti saranno le testimonianze di tutti i naviganti che hanno assistito all'incidente, ma anche gli accertamenti tecnici che saranno svolti sull'imbarcazione, grazie ai quali gli inquirenti confidano di ricostruire la velocità alla quale stava procedendo il motoscafo condotto da Piva e i motivi per i quali il conducente ne ha perso il controllo. Nell'immediatezza, l'uomo ha riferito ai soccorritori di un'onda anomala provocata, a quanto pare, da un lancione appena transitato: circostanza di cui Capitaneria di porto e polizia stanno cercando conferme e riscontri, per poi procedere all'identificazione di qual mezzo e di chi si trovava ai comandi. Non sarà un'operazione facile, ma gli inquirenti sono al lavoro con l'obiettivo di ottenere un quadro della situazione il più completo possibile. Da chiarire vi è anche la questione relativa alla posizione in cui si trovava Cecilia al momento della collisione: si trovava seduta in un posto sicuro all'interno dell'imbarcazione, oppure no? Questo elemento, oltre alla velocità del motoscafo, potrebbe risultare decisivo, nel corso dell'inchiesta, per attribuire eventuali profili di responsabilità a carico del padre della ragazzina, già umanamente distrutto per l'accaduto, a prescindere da cosa accerterà l'inchiesta penale.
I SOPRALLUOGHIIntanto già da ieri pomeriggio gli uomini della Capitaneria di porto e la polizia scientifica hanno dato il via ad una serie di sopralluoghi per verificare il punto esatto dell'incidente, valutare quindi la traiettoria del motoscafo su cui viaggiava Cecilia, il padre Roberto (al timone), il fratello di 14 anni e la compagna del padre, e come l'imbarcazione sia potuta finire contro la briccola. Capitaneria di Venezia e Scientifica hanno anche dato il via ai rilievi della palina, con l'intento di identificare con precisione il punto d'impatto e anche l'angolo con cui il motoscafo ha toccato la segnalazione dei canali. Nessuna ipotesi è al momento esclusa.
I DUBBIGli accertamenti iniziati ieri sono partiti dalla testimonianza del padre della vittima, che ha raccontato di aver sentito la barca sbalzata da un'onda anomala causata dal passaggio di un lancione per turisti. Un punto che gli inquirenti stanno verificando anche attraverso i tracciati Gps per risalire alle imbarcazioni in transito a quell'ora in quel tratto di laguna davanti a Sant'Erasmo.
Ma al vaglio c'è pure la traiettoria tenuta dall'imbarcazione, come il fatto (sembra quasi certo) che Cecilia fosse seduta a prua, cosa non prudente durante la navigazione.
Quello che le indagini dovranno chiarire è la dinamica dell'impatto e di come la dodicenne sia stata colpita dall'elica della barca. Possibile che solo lei sia caduta in acqua dopo l'impatto con la briccola? O a cadere sono stati anche gli altri passeggeri? Il padre, è uno degli altri interrogativi, aveva legato al polso il braccialetto che spegne il motore una volta allontanati dal posto di comando, in modo da stoppare l'elica e di fatto fermare il motoscafo? Le risposte arriveranno anche dall'esame del medico legale in programma nei prossimi giorni sul corpo della dodicenne. Le ferite inferte dall'elica sul corpo di Cecilia potranno quindi descrivere come sia stato possibile che lei, caduta dalla prua dopo l'impatto, sia stata risucchiata dall'elica e ferita mortalmente dalle pale del motore.
Questo mentre gli inquirenti non escludono che ci possa anche essere stato un insieme di concause: dalla velocità (forse più dei dieci nodi in una zona da 11) ad un errore tecnico nella traiettoria.
LA DISPERAZIONEMentre le indagini fanno il loro corso, nella storia tragica di Cecilia c'è anche lo strazio di un uomo di 46 anni che aveva deciso di passare la domenica con i suoi due figli. E che invece si è trovato a fare i conti con un destino più grande di lui.
A notte inoltrata, dopo essere stato dimesso dall'ospedale Civile - dov'era ricoverato sotto choc - Roberto Piva ha fatto ritorno a casa, a Marghera, e ha postato sulla pagina Facebook Diportisti laguna veneta un'immagine della figlia accompagnandola con la frase: «Questa è Cecilia». 
Il post - che già aveva i commenti bloccati - è stato poi tolto nel giro di poche ore dallo stesso padre della ragazzina. Che ieri pomeriggio, attorno alle 14, sulla propria pagina Facebook ha cambiato la foto del profilo mettendo uno scatto sorridente di Cecilia e commentando con le parole «ciao mio piccolo angelo». Anche in questo caso il post è stato tolto dopo un'ora, tempo di raccogliere decine di commenti e di reazioni strazianti di chi voleva cercare di alleviare il dolore dell'uomo. Questo mentre anche la stessa pagina dei Diportisti ha deciso di tenere il profilo basso, limitando post e commenti e listando a lutto la propria immagine di copertina per dimostrare vicinanza a chi deve fare i conti, adesso, con una realtà che non sembra avere senso.
Gianluca Amadori
Nicola Munaro

Ultimo aggiornamento: 3 Luglio, 09:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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