Ponte della Giudecca come Calatrava: ascensore "milionario" da rimuovere

Mercoledì 10 Aprile 2019 di Roberta Brunetti
L’ascensore al ponte Longo della Giudecca, costato 1,7 milioni compresi i lavori di manutenzione del ponte
17
VENEZIA - Installati dodici anni fa, i due ascensori che dovevano rendere accessibile a tutti il ponte Longo della Giudecca, di fatto, non hanno mai funzionato. Ora il Comune ha deciso di smantellarli, proprio come l’ovovia sul ponte della Costituzione. In questo caso, però, saranno realizzate delle rampe per garantire quell’accessibilità tanto richiesta e così a lungo negata. L’intervento è stato inserito nel Peba, il piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche che la Giunta dovrebbe approvare a breve. «I nostri uffici hanno già studiato tre ipotesi di rampa - spiega l’assessore ai lavori pubblici, Francesca Zaccariotto - Ora stiamo attendendo le indicazioni della Soprintendenza per procedere».
 
FALLIMENTI Un altro progetto per l’accessibilità fallito, questo degli ascensori sul ponte Longo, che conferma tutti i limiti dei mezzi meccanici in una città come Venezia, dove l’acqua e il meteo si aggiungono al rischio vandali. Il fallimento dell’ovovia di Calatrava, insomma, è certo il caso più eclatante, ma non il solo. Prima c’erano stati anche i tanti servoscala installati sui ponti, che sistematicamente si rompevano. «Erano anni in cui si credeva in questi mezzi meccanici - ricorda l’assessore - Di servoscala ne avranno installati venticinque! Sarebbe stato meglio fare un po’ di sperimentazione, prima di investire tanto denaro».
Emblematico il caso del ponte Longo. L’intervento risale al 2006 quando il Comune spese un milione e 700mila euro per restaurare l’intera struttura e inserire i due ascensori. Anche allora si era ipotizzato di realizzare delle rampe, ma l’ufficio Eba di Ca’ Farsetti ritenne migliore la soluzione degli ascensori, in quanto «meno invasiva» e più «innovativa». Un giudizio smentito dai fatti. Con i motori sistemati alla base, che spesso si riempivano d’acqua, gli ascensori si ruppero quasi subito. Inutilizzati per dodici lunghi anni, tra le proteste degli abitanti. 
Ora solo smontarli costerà 30mila euro, meno comunque di quanto servirà per eliminare l’ovovia. Sul ponte Longo, almeno, ci sono le pendenze necessarie alle rampe. «Contiamo di togliere gli ascensori e realizzare le rampe - rassicura Zaccariotto - per rispondere alle richieste di accessibilità che arrivano dall’isola. Nel Peba abbiamo accolto anche le altre richieste degli abitanti».
TRAGHETTI I ponti che invece sono destinati a restare inaccessibili sono proprio i quattro sul Canal Grande, compreso l’Accademia, appena restaurato. «Con un restauro non c’era l’obbligo di adeguarsi alla normativa per l’eliminazione delle barriere, come invece doveva avvenire per il ponte di Calatrava» precisa Zaccariotto. Ora la soluzione inserita nel Peba è quella di estendere la gratuità per i disabili dei traghetti sul Canal Grande con le linee Actv, non solo per la tratta del ponte della Costituzione, ma anche per quelle di Scalzi, Rialto e Accademia. «Abbiamo già l’accordo con Avm e Actv. Appena il Peba passerà in giunta, sarà operativo».
Piano ambizioso, questo del Pepa. Uno strumento decennale che per la città storica era scaduto da quattro anni. La nuova versione prevede investimenti per 17 milioni in dieci anni. «Perché non resti un libro dei sogni, stiamo individuando i piani economici annuali - conclude l’assessore -. Poi tutto sarà pronto per l’approvazione».
Ultimo aggiornamento: 08:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci