B&B, la stretta affidata al Comune. Confedilizia attacca: «Tornano i turisti e ci si preoccupa degli affitti brevi»

Giovedì 30 Giugno 2022 di Michele Fullin
Limitazioni ai B&B con il ritorno dei turisti
1

VENEZIA - È sempre più vicina la possibilità per il Comune di poter normare le locazioni turistiche, così come ha recentemente fatto con i negozi di paccottiglia e souvenir di bassa qualità. Dopo una lunga discussione, ieri sera dal Governo è uscito il testo di un emendamento alla legge di conversione del decreto Aiuti che oggi sarà presentato ai vari Ministeri per il parere tecnico e poi portato in Commissione alla Camera per l'approvazione. Il pacchetto di misure costituirà un quadro normativo esclusivo per Venezia sulla base dell'interesse nazionale alla sua salvaguardia previsto dalla legge speciale e dell'impegno preso dallo Stato con l'Unesco che, per evitare l'inserimento nella lista nera, doveva prevedere tra le altre cose anche un qualche tipo di limitazioni anche a queste attività. Il provvedimento è stato sollecitato dal sindaco Luigi Brugnaro direttamente e attraverso i suoi parlamentari, ma l'aiuto del ministro Renato Brunetta è stato fondamentale.
L'impianto è molto simile a quello dell'emendamento presentato pochi giorni prima dal deputato dem veneziano Nicola Pellicani, che per qualche motivo non è riuscito però a proseguire la sua strada.

I PALETTI
Il provvedimento darà i poteri all'amministrazione comunale di poter controllare il numero di queste attività, che nel corso degli ultimi dieci anni sono aumentate in maniera esponenziale. Questo perché per la locazione turistica la normativa di riferimento è il solo Codice Civile, il cui Legislatore nel 1942 intendeva questo contratto al servizio delle famiglie e quindi presumeva che la durata fosse lunga e comunque non certamente portata al limite di un giorno. Inoltre, essa non distingue tra singole famiglie proprietarie di una seconda casa da mettere a reddito come integrazione e grandi host con decine di immobili.
Vediamo allora cosa propone la bozza che oggi sarà portata all'esame parlamentare.
Questa prevede che per favorire l'incremento dell'offerta di alloggi in locazione per uso residenziale di lunga durata, la residenzialità nel centro storico il Comune di Venezia possa decidere quali e quanti appartamenti possano essere adibiti all'ospitalità di turisti.
Il Comune - si legge - può integrare i propri strumenti urbanistici con specifiche disposizioni regolamentari, volte ad individuare, in modo differenziato per ambiti omogenei all'interno del perimetro della Città antica, e isole, i limiti al numero di unità abitative ed i presupposti per la destinazione degli immobili residenziali ad attività di locazione breve. Le disposizioni regolamentari individuano le previsioni limitative nel rispetto del principio di proporzionalità, trasparenza, non discriminazione e rotazione, tenuto conto della funzione di integrazione al reddito per i soggetti che svolgono tale attività in relazione ad una sola unità immobiliare.

90 GIORNI
Secondo, può stabilire che lo svolgimento dell'attività per oltre 90 giorni, anche non consecutivi, di ogni anno solare, sia subordinato al mutamento di destinazione d'uso e categoria funzionale dell'immobile.
Terzo, la possibilità, anzi l'obbligo, di aggiornare il numero di appartamenti turistici in base all' andamento della popolazione residente.
Contro questa norma si è battuta all'ultimo sangue Confedilizia: «Ora che finalmente sono tornati i turisti in Italia - ha tuonato il presidente Giorgio Spaziani Testa - la principale preoccupazione è quella di limitare gli affitti brevi. L'unico comparto che nonostante abbia sofferto l'assenza di reddito per due anni non ha ricevuto alcuna forma di ristoro».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Potrebbe interessarti anche
caricamento

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci