Suicida dopo le martellate alla figlia no vax: è polemica. Bettin: «Andava fatto un Tso»

Mercoledì 16 Febbraio 2022 di Davide Tamiello
Il sociologo Gianfranco Bettin
3

VENEZIA - Non ci sarà l’ autopsia sul corpo di Giuseppina Salvalaio​, l’81enne trovata morta in casa mentre si trovava agli arresti domiciliari per aver preso a martellate la figlia novax.

Secondo gli inquirenti, che hanno già restituito la salma ai famigliari per il funerale, non ci sarebbero dubbi sulla natura del decesso: l’anziana si sarebbe tolta la vita. Salvalaio non avrebbe lasciato lettere o bigliettini per spiegare il suo gesto, ma evidentemente la vicenda in cui si era ritrovata dall’oggi al domani, e lo choc per l’improvvisa condizione di detenzione domiciliare, l’avevano fatta piombare nella depressione. A trovare il corpo erano stati i carabinieri di Mestre, mentre stavano controllando che la donna rispettasse le condizioni imposte dal giudice in attesa del processo.


La vicenda risale al 30 gennaio scorso. Una domenica pomeriggio in cui, durante una furiosa lite con la figlia, aveva preso una mazzetta da muratore e aveva colpito la donna, 57 anni, per tre volte alla nuca. La polizia, intervenuta sul posto chiamata dai vicini, l’aveva indagata per tentato omicidio. L’anziana aveva spiegato agli agenti che era esasperata dalla figlia: lei, novax convinta, era in smart working da due anni. In casa non contribuiva granché e, continuando a non volersi sottoporre al vaccino, con l’obbligo di green pass alle porte, rischiava anche di perdere il lavoro, finendo per gravare così sulle spalle della madre anche a livello economico. Sulla questione, ieri, sono intervenuti anche i consiglieri comunali di Venezia Gianfranco Bettin (noto sociologo) e Gianluca Trabucco: «Ci chiediamo, in questo caso, se sia stato fatto tutto il possibile, se non sia stata valutata la necessità di un Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO) e, nel caso, perché sia stata esclusa. Ci chiediamo se la nostra comunità, i nostri servizi, siano davvero oggi attrezzati per conoscere, valutare e sostenere tali situazioni di disagio e rischio e, dunque, di informare e sostenere anche chi, nella magistratura, deve decidere su tali vicende».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci