Prese a martellate la figlia no vax, l'anziana si è tolta la vita ai domiciliari

Martedì 15 Febbraio 2022
La via dove viveva l'anziana
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MESTRE - Domenica 30 gennaio, esasperata, aveva preso una mazzetta da muratore e aveva colpito in testa la figlia. «Volevo ucciderla» aveva detto agli agenti di polizia che l'avevano arrestata e messa ai domiciliari con l'accusa di tentato omicidio. Alessandra Serena, 57 anni, era stata ricoverata in osservazione all'ospedale e il giorno dopo era stata dimessa. La madre, invece, Giuseppina Salvalaio di 81 anni, è morta ieri, due settimane dopo quel fatto tremendo. L'hanno trovata esanime, con dei tagli ai polsi, i carabinieri che ogni giorno passavano in via Mascheroni, nel quartiere Bissuola, per verificare che l'anziana donna rispettasse gli arresti domiciliari. Non è escluso che Giuseppina si sia uccisa non riuscendo a sopportare oltre il peso di quel che era accaduto tra le mura di casa nel primo pomeriggio del 30 gennaio scorso.
Da quel giorno l'anziana era sempre rimasta da sola nell'appartamento della palazzina a due piani dove per anni era convissuta con la figlia, e ieri il tragico epilogo.

Giuseppina quella domenica aveva deciso di non poterne più del fatto che la figlia fosse sempre a casa in smart working e decisa a non vaccinarsi contro il Covid.


L'AGGRESSIONE

Alla polizia che era intervenuta dopo che aveva aggredito la figlia aveva raccontato che la situazione nella quale vivevano era diventata insostenibile e una convivenza forzata, fino ad allora proseguita senza troppi contraccolpi, tra un lockdown e una zona bianca, ma sempre con la modalità di lavoro agile da casa diventata da straordinaria a ordinaria, si era di colpo trasformata in un incubo. Troppo il peso, insomma, che l'ottantunenne stava sopportando anche per la volontà della figlia di non farsi somministrare il siero anticovid: fatto che, a suo avviso, da un lato metteva a rischio la posizione lavorativa della figlia e dall'altro faceva pesare su di lei la gestione della casa, soprattutto alla luce delle restrizioni con cui la cinquantasettenne - dipendente di Enel a Mestre - avrebbe dovuto cominciare a convivere a partire dal martedì successivo, primo febbraio.
I contrasti tra le due donne sono sfociati in una violenta litigata che ha messo in allarme i vicini di appartamento a causa delle urla che, in breve, si sono trasformate in violenza cieca quando l'ottantunenne ha afferrato appunto una mazzetta da muratore e ha colpito la figlia alla nuca per tre volte. La donna era ferita ma è riuscita a scappare e a correre in strada cercando aiuto nei vicini di casa che, per primi, hanno chiamato il 113 e poi il Suem 118. Il giorno dopo, dimessa dall'ospedale ma ancora sotto choc, la figlia si è ritirata in un appartamento di parenti a Mestre. Giuseppina, dopo aver ammesso di aver voluto uccidere la figlia, era stata arrestata per tentato omicidio.

Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 10:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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