Tragedia del bus a Mestre, la perizia punta sul buco nel guardrail: il varco decisivo nel mancato contenimento della sbandata

Giovedì 26 Ottobre 2023 di Nicola Munaro
Strage di Mestre, la perizia punta sul buco nel guardrail: il varco avrebbe avuto un ruolo decisivo nel mancato contenimento della sbandata

MESTRE - L’impressione - ma la super perizia sul cavalcavia Superiore di Marghera è solo all’inizio - è che un ruolo decisivo nella tragedia del bus precipitato il 3 ottobre causando 21 morti l’abbia giocato il varco di sicurezza nel guardrail: lì si è infilato il mezzo in servizio navetta da Venezia all’Hu camping di Marghera, per poi percorrere cinque metri sulla banchina dei sottoservizi, essere infilzato sul davanti dalla ripresa del guardrail e impennarsi con il retrotreno una volta che il cordolo ha ceduto. È stato a quel punto che il guardrail infilzato avrebbe fatto da leva, alzando il mezzo che, a sua volta, quel pezzo di barriera se lo è trascinato nel volo.

Un ruolo fondamentale, quello del varco di sicurezza, anche perché 50 metri più indietro, dove il pullman ha sbattuto per la prima volta con la parte anteriore della fiancata destra, il guardrail ha retto, incassando la botta. E ha retto anche il palo della luce in corrispondenza dell’impatto.

IL DRONE

Tutti aspetti che ieri il perito della procura, l’ingegner Placido Migliorino, dirigente del ministero dei Trasporti e già protagonista di accertamenti scrupolosi sul ponte Morandi, ha osservato da vicino. Migliorino, accompagnato dalla sua assistente e da una quindicina tra esperti e tecnici della procura e del collegio difensivo, è rimasto sul cavalcavia Superiore dalle 13 alle 16. L’analisi degli esperti è iniziata alcune decine di metri prima del luogo della tragedia, sulla parte non danneggiata del guardrail. Per circa un’ora i tecnici guidati dal perito della procura hanno preso tutte le misure del guardrail e della ringhiera per verificare la loro consistenza e - come chiesto dal quesito - se quelle barriere fossero a norma di legge. 
Tutto il cavalcavia è stato poi ripreso dal drone a disposizione dell’ingegner Migliorino, un drone scanner con all’interno una telecamera 3D in grado di fotografare in panoramica tutto il viadotto per poi restituire un’immagine precisa dei luoghi in un modello tridimensionale. Un’analisi dall’alto che riprenderà il 9 novembre, quando ci sarà il secondo tempo della super-perizia. Quel giorno verrà anche asportato un pezzo di guardrail che poi sarà analizzato e testato. Sul cavalcavia, oltre ad avvocati e consulenti, a metà delle operazioni è arrivata anche la sostituto procuratore Laura Cameli che, per prima cosa, ha dialogato in maniera fitta con il suo consulente, mentre gli esperti continuavano con le misurazioni dell’altezza, della consistenza e della circonferenza del guardrail e della ringhiera. È stato anche prelevato del terreno all’altezza dei paletti di sostegno della barriera e dell’asfalto dalla banchina dei sottoservizi che ha ceduto, accendendo la dinamica del volo. Sempre in quel punto sono stati fatti anche carotaggi.

IL BUS

Alle 16.30 la carovana di esperti, insieme con la pm, si è spostata all’ex Mercato Ortofrutticolo, dov’è sotto sequestro il bus di La Linea. L’ingegner Migliorino ha guidato un primo accertamento visivo sul mezzo, soffermandosi sia sul pezzo di guardrail incastrato nella parte anteriore sinistra sia sulla posizione di caduta del bus, schiacciato sul tetto ma più inclinato a destra, aspetti che verranno approfonditi il 9 novembre e che servono per dare una ricostruzione dinamica del volo nel vuoto e dell’atterraggio in via dell’Elettricità. Sono state controllate anche le ruote e le sue posizioni, soprattutto quella destra, aperta in una posizione innaturale. Su questo però è probabile che nei prossimi giorni la pm Cameli affidi una perizia per chiarire il funzionamento meccanico ed elettronico del mezzo. La procura vuole verificare se e cosa si sarebbe rotto, e quando.

SCATOLA NERA

Ieri mattina, poco prima dell’inizio degli accertamenti, dalla procura è stato notificato ai tre indagati - l’ad di La Linea, Massimo Fiorese e i tecnici del Comune di Venezia, Roberto Di Bussolo e Alberto Cesaro - la convocazione per il conferimento di un nuovo incarico. L’appuntamento è in agenda domani, quando la pm darà mandato all’ingegner Nicola Chemello di estrarre e analizzare il disco fisso della scatola nera, dove sono immagazzinate le tre telecamere interne: una che ha l’angolatura del conducente, una che riprende il bus da davanti a dietro e una viceversa.

LE DIFESE

«Quello di oggi (ieri, ndr) è stato un passaggio che attendavamo e importante perché per la prima volta avremo dati concreti e oggettivi e si potrà finalmente avviare una valutazione del caso», ha commentato il penalista padovano Massimo Malipiero, legale di Fiorese. E l’avvocato Paola Bosio, difensore di Di Bussolo: «Gli aspetti da valutare sono moltissimi - ha detto - è la prima volta che possiamo andare sui luoghi del fatto e iniziare a fare valutazioni molto complesse e che richiedono tempo. A partire da oggi, però, avremo dei dati certi e oggettivi che potremo analizzare e useremo per le nostre valutazioni». Parole a cui si allinea anche l’avvocato Giovanni Coli, legale di Cesaro. Agli accertamenti ha partecipato anche il Comune, come responsabile civile volontario con due propri esperti. Un segnale di vicinanza - filtra da Ca’ Farsetti - ai due dipendenti indagati.

Ultimo aggiornamento: 17:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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