Venezia si spopola, l'idea del sindacato: «Co-housing tra anziani e studenti»

Lunedì 23 Dicembre 2019 di Alice Carlon
Il convegno dello Spi Cgil
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VENEZIA - Affrontare il tema della solitudine degli anziani a Venezia e al tempo stesso dare possibilità agli studenti fuori sede di abitare in città: il tutto grazie a progetti di co housing. L’idea è nata durante il convegno “Diventare anziani a Venezia” organizzato venerdì dal sindacato pensionati della Cgil e al quale hanno partecipato molti over 65 residenti in centro storico ma anche studenti universitari.

ULTRAOTTANTENNI
Il dibattito si è concentrato sull’analisi di un fenomeno che vede crescere in maniera esponenziale gli ultraottantenni soli: quasi 40mila nella sola provincia di Venezia e a una delle soluzioni possibili: il co-housing. «Siamo di fronte a una massa di over 80 che vivono completamente soli, spesso con pensioni minime e subendo allo stesso tempo i disagi tipici del vivere a Venezia - spiega il segretario dello Spi metropolitano di Venezia Daniele Tronco - La settimana scorsa una delegazione dello spi si è recata a Lubiana per visitare una struttura dove convivevano in co housing anziani e studenti universitari, un progetto che sta avendo molto successo e che ci piacerebbe poter replicare a Venezia». Tra gli obiettivi per il 2020 dello spi veneziano ci sarà quello di coinvolgere l’Università in uno studio di fattibilità sul co housing nel centro storico. 

POCHE CASE PER STUDENTI
Un progetto che potrebbe al tempo stesso aiutare molti studenti fuori sede che non trovano alloggi economicamente abbordabili in città: «Solo il 25% degli studenti universitari fuori sede risiede in città, mentre il restante 75% fa il pendolare» spiega Irene Pizzolotto, dell’Udu Venezia. Questo perché un alloggio a Venezia non solo è costoso ma è sempre più difficile da trovare soprattutto per il proliferare di appartamenti ad uso turistico. Un altro tema affrontato durante il convegno è stato quello dei servizi sanitari: «Per gli anziani residenti a Venezia volte può essere estremamente complicato muoversi in città, figuriamoci raggiungere la terraferma – continua Daniele Tronco – Se l’unica opzione per effettuare un esame è quella di recarsi all’ospedale all’Angelo si corre il rischio che qualcuno rinunci».

SERVE COLLABORAZIONE
«È necessario che per la città d’acqua prevalga una visione di servizi socio sanitari diffusi che rappresentino una vera e propria presa in carico delle persone - dichiara Daniele Giordano Segretario Cgil - Per fare questo serve rafforzare il territorio e non solo le strutture ospedaliere come centro dei bisogni di salute. Dall’ultimo piano socio sanitario Venezia rischiava di essere penalizzata con il declassamento del proprio ospedale. Questo non è successo solo grazie alla mobilitazione dei cittadini, che la Regione ha dovuto ascoltare, anche se i continui disinvestimenti e i cali di personale stanno da tempo depotenziando la struttura. Per queste ragioni serve una forte collaborazione tra Ulss e Comune che partendo dalla presa in carico dei bisogni degli anziani sappia dare una risposta per favorire in assistenza sempre più a domicilio e una risposta puntuale ai bisogni di salute».
Ultimo aggiornamento: 17:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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