Emergenza prof in Veneto: si cercano 16mila supplenti. Tutti con il Green pass, pena la sospensione senza stipendio

Giovedì 19 Agosto 2021 di Alda Vanzan
Emergenza prof in Veneto: si cercano 16mila supplenti
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Uno su 3. Il 13 settembre inizierà il nuovo anno scolastico e in Veneto per quasi un terzo i docenti saranno supplenti. «Faremo circa 15-16mila supplenze su un organico docente complessivo di 45mila posti, c'è un alto livello di precariato», dice la dottoressa Carmela Palumbo, direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale per il Veneto.

L'obiettivo è arrivare all'inizio delle lezioni con «tutte le caselle occupate» e questo dovrebbe essere agevolato dalle nuove procedure: anziché fare le convocazioni in presenza come avveniva negli anni passati, stavolta gli incarichi verranno conferiti grazie a una piattaforma ministeriale. «Per fine agosto avremo le supplenze», dice Palumbo. E nel frattempo si cercherà di organizzare il ritorno dei ragazzi in presenza. A partire dai trasporti.


I TAVOLI PREFETTIZI
Due i temi caldi di questi giorni sul fronte della scuola: i controlli dei docenti che dovranno esibire il Green pass, pena la sospensione e manco un centesimo di stipendio, e la rimodulazione dei piani di trasporto. Partiamo da questi ultimi. Nell'anno scolastico 2020/2021, dopo la didattica a distanza, i ragazzi sono tornati in classe, ma non completamente: le lezioni in presenza sono oscillate tra il 50% e il 75%. I mezzi del trasporto pubblico locale, invece, viaggiavano con una capienza ridotta al 50%. Ora, sperando che la situazione sanitaria non degeneri, le percentuali cambiano: gli studenti saranno tutti in aula, al 100%, mentre la capienza di autobus, tram, treni, vaporetti salirà all'80%. Nei tavoli provinciali coordinati dai vari prefetti è già stata affrontata la questione ed è stato dato mandato alle aziende di trasporto di verificare la possibilità di incrementare le corse e i mezzi. In pratica i piani che erano stati applicati lo scorso anno scolastico dovranno essere rimodulati. Resta da capire se ci saranno mezzi sufficienti per garantire i trasporti a tutti gli studenti.


I COSTI
L'altro tema caldo è il Green pass. In base al decreto legge 111 tutto il personale scolastico - quindi docenti, bidelli, impiegati - dovranno esibire la certificazione verde per poter lavorare. Richieste di modifiche del decreto sono state avanzate da più parti, compresa l'Associazione nazionale presidi e anche da forze politiche della maggioranza governativa e tutto fa presupporre che dei cambiamenti ci saranno. Solo che il decreto non sarà convertito in legge prima di metà settembre e, dunque, il ritorno in classe avverrà con la normativa attualmente vigente, cioè il decreto così come è stato presente. Una delle questioni da affrontare è l'onerosità dei tamponi. Il Green pass, infatti, è ottenibile sia con la vaccinazione, sia con l'esito negativo del tampone. Ma la durata del tampone è limitata a 48 ore e, quindi, chi non è vaccinato deve farsi il test ogni due giorni al costo di 15 euro per volta. Chi paga? I presidi sostengono che non possono essere le scuole a farsi carico di questa spesa. Gli insegnanti men che meno. Sarebbero circa 180 euro pro capite al mese, più o meno 1.620 euro a persona per tutto l'anno scolastico. Da moltiplicare, ovviamente, per il numero di dipendenti non vaccinati. Quanti sono? L'ultimo report della struttura commissariale del generale Figliuolo dà un dato confortante: in Veneto il 91,96% del personale scolastico (prof, Ata, amministrativi) ha avuto almeno una dose di vaccino, contro una media nazionale dell'85,45%. Contraria ai tamponi gratuiti è la senatrice vicentina Daniela Sbrollini (Italia Viva): «Come possiamo immaginare che i genitori debbano pagarsi i tamponi per i figli mentre ai docenti no-vax venga concesso il controllo gratuito? Anche solo il prezzo politico scontato è assolutamente diseducativo e ingiustificato».


LE SANZIONI
Resta il fatto che, con l'attuale decreto legge, chi non esibirà il Green pass sarà considerato assente giustificato (e quindi non percepirà lo stipendio) fino a un massimo di 4 giorni: se in quel lasso di tempo regolarizzerà la propria posizione potrà rientrare al lavoro, in caso contrario al quinto giorno scatterà la sospensione, rapporto di lavoro e paga saranno cioè congelati. E dal quinto giorno potrà essere chiamato il supplente in classe. I presidi, però, sollevano dubbi sui controlli. «Spesso le scuole hanno molte sedi e questo significa - afferma Antonello Giannelli, presidente dell'Associazione nazionale presidi - che dobbiamo mettere dieci persone per verificare gli ingressi durante l'arco della giornata lavorativa, quindi con un utilizzo delle risorse umane molto impegnativo».
 

Ultimo aggiornamento: 17:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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