Primo giorno tra emozione, qualche bus affollato, controllo Green pass e flashmob Luca Zaia: «In Veneto 340 mezzi in più»

Lunedì 13 Settembre 2021 di Redazione web
Primo giorno di scuola
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Città bloccate e lunghe file di autobus. Primo giorno di "normalità" con i 575mila studenti veneti che tornano in classe.

Tra entusiasmo e schieramento di mezzi pubblici prende il via l'atteso primo giorno di scuola, dopo due anni che, specie alle superiori, hanno visto più giorni in Dad che in presenza. Dai controlli, alle mascherine e all'inevitabile scaglionamento a fasce numeriche dell'ingresso per evitare assembramenti e contatti, la mattinata è volata. 

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Zaia: «Trasporti: 340 mezzi in più»

«Devo dire che siamo un po' in apprensione perché stiamo cercando di fare l'impossibile, da oggi noi cominciamo con il progetto 'scuole sentinella', cioè in alcuni istituti scolastici del Veneto ci sarà il monitoraggio con tamponi salivari molecolari grazie ai quali valuteremo il grado di circolazione del video - dice Luca Zaia - Dall'altro lato, sul fronte dei trasporti - ha aggiunto - ci siamo attrezzati con almeno 340 mezzi privati in più rispetto alla flotta di oltre 3 mila mezzi del Veneto. Ci sono tutti i presupposti - ha concluso Zaia - per iniziare un buon anno scolastico e farlo sempre in presenza perché la vera sfida è questa».

Lorenzoni: «Bus e corriere affollati»

«Già stamattina, primo giorno di scuola, sono stati segnalati in tutto il Veneto casi di autobus e corriere di linea sovraffollate, soprattutto di allievi delle secondarie di secondo grado. Non esiste una terza via: il servizio di trasporto pubblico deve essere capillare e frequente». Lo rende noto il portavoce dell'opposizione al Consiglio regionale del Veneto, Arturo Lorenzoni. «La sostenibilità nelle aree urbane - prosegue Lorenzoni - passa necessariamente attraverso lo spostamento di una fetta significativa di traffico dai mezzi privati al trasporto pubblico locale. Tuttavia, sono necessari investimenti cospicui, oggi possibili grazie al Pnrr. Un approccio che sembra non rientrare nelle corde dell'amministrazione regionale», sostiene.

«In auto portati dai genitori»

Nel Veneziano un primo giorno di scuola dettato dall'emozione di ritrovarsi, di raccontarsi e dalla voglia - finalmente - di assaggiare la normalità. All'Istituto omnicomprensivo Lazzari, come al vicino tecnico Musatti di Dolo, gli studenti ma anche gli insegnanti, che pur lavorano ormai in presenza da giorni per preparare il ritorno a scuola, hanno vissuto così il suono della prima campanella dell'anno sclastico 2021-2022. «Siamo emozionati - hanno detto i ragazzi -, ma anche se entriamo in pochi alla volta abbiamo avuto il tempo, strada facendo, di raccontarci l'estate prima di andare verso l'aula».

Soddisfatti anche gli insegnanti che hanno accolto i ragazzi delle prime classi al loro esordio guidando i giovani verso le rispettive aule. Sul fronte della scuola il grande lavoro, già sperimentato a conclusione dello scorso anno scolastico, ha funzionato. Dai controlli, alle mascherine e all'inevitabile scaglionamento a fasce numeriche dell'ingresso per evitare assembramenti e contatti. Qualche problema sui mezzi pubblici, perché secondo i ragazzi pare fossero troppo affollati anche se molti giovani sono giunti in auto portati dai genitori. Il problema, eventualmente, emergerà a fine lezioni. Qualche problema sui mezzi pubblici, perché secondo i ragazzi pare fossero troppo affollati anche se molti giovani sono giunti in auto portati dai genitori. Il problema, eventualmente, emergerà a fine lezioni.

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Contollo dei Green pass

I ragazzi si sono presentati indossando la mascherina, mentre il personale scolastico controllava docenti e bidelli con l'app per il Green pass. È avvenuta così stamane la ripresa delle scuole a Padova, con gli studenti al via al secondo anno di lezioni in tempi di Covid. Al polo Cornaro (Liceo scientifico) - Einaudi/Gramsci (istituto tecnico informatico e turismo), zona a sudest della città, i ragazzi sono arrivati con largo anticipo rispetto al suono della campanella. Per le prime del Cornaro la campanella suona alle 8, il resto delle classi alle 9; all'istituto Einaudi/Gramsci le prime inizieranno domani, 14 settembre, scelta condivisa anche da tante altre scuole padovane. La maggior parte dei ragazzi fuori da scuola è vaccinata: «Ho fatto il vaccino quest'estate appena ho potuto, spero che in classe ce l'abbiano tutti» ha detto un ragazzo di quinta. «Sono vaccinata, ottimo l'obbligo del vaccino per gli insegnanti, dovrebbero farlo anche per i ragazzi» spiega una ragazzina di terza. «Non sono vaccinata - dice un'altra giovane studentessa della prima Cornaro - se dovesse arrivare l'obbligo mi vaccinerei anche io».

«Temiamo torni la Dad»

Genitori in attesa fuori dai cancelli, ma anche appello all'aperto: il primo giorno di scuola a Verona si è consumato così, tra speranze di una ripartenza senza intoppi e inevitabili perplessità legate alle misure anti-Covid. «Anche l'anno scorso la scuola è iniziata in presenza, ma subito dopo siamo tornati alla Dad» osserva una mamma davanti alle scuole Forti-Rosani, un istituto comprensivo (scuola primaria e secondaria) che questa mattina è stato visitato dal sindaco Federico Sboarina. «Non vedevo l'ora di tornare per ritrovare i miei amici» dice Michele, un piccolo alunno di seconda elementare. Ma vicino a lui Giovanni, stessa età, replica: «Mi dispiace un po', perché mi divertivo ad accompagnare il papà al lavoro e passare la mattina con lui».

Flashmob della Rete studenti

Nelle scuole superiori ingressi scaglionati in due fasce, alle 8 e alle 9:30, per garantire - dopo un vertice in Prefettura - minori rischi di assembramenti sui mezzi pubblici. Ma fuori dalla scuole elementari l'affollamento di genitori è stato inevitabile. All'Istituto Professionale Statale «Michele Sanmicheli» appello nel cortile con gli studenti in attesa di essere chiamati per poter entrare e un drappello di genitori ad assistere fiori dai cancelli. Al Liceo Classico «Scipione Maffei», il più antico d'Italia, fondato con decreto napoleonico, flashmob della Rete degli Studenti Medi di Verona con striscioni e manifesti per puntare i riflettori sulla questione generazionale che, accusano, non essere mai stata trattata con rispetto e attenzione. Flashmob davanti a numerosi istituti superiori del Veneto.

«Oggi riaprono i cancelli delle nostre scuole, ma tra la felicità di rivedere compagni e amici c'è anche tanta rabbia e preoccupazione di parte degli studenti» spiega Camilla Velotta della Rete degli Studenti Medi di Verona. «Siamo una generazione inascoltata, - aggiunge - accusata di essere svogliata e sdraiata: parlano di noi ma non con noi. Il covid poteva essere un'occasione per ripensare al nostro sistema, dalla scuola ai diritti civili, ma non si è fatto nulla di buono, non si sono coinvolti i giovani, i protagonisti del presente e del futuro, per costruire un mondo a misura di tutti. Non è cambiato nulla in questi mesi, dai trasporti pubblici, agli spazi e soprattutto nella didattica: abbiamo paura sia un rientro fittizio e che lo scarso investimento nell'istituzione penalizzi ancora una volta la classe studentesca». Nella città scaligera per l'inizio dell'anno scolastico è stata potenziata la presenza di agenti ed ufficiali, con l'ausilio di oltre 40 «nonni-vigile» impegnati nei servizi di viabilità nei pressi di numerose scuole e nei punti strategici della viabilità, dove insistono numerosi istituti scolatici. Oltre 50 agenti della Polizia Locale opereranno ogni mattina per garantire la sicurezza di allievi e studenti, anche per reprimere la sosta selvaggia davanti alle scuole o sulle fermate degli autobus.

Ultimo aggiornamento: 17:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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