Gli ultras del Bari: «Non avevamo coltelli». Il sindacato dei carabinieri: «Esposti ad altissimi rischi»

Il Coisp: "Vietare le trasferte alle tifoserie violente fino alla fine del campionato"

Lunedì 11 Marzo 2024
Gli ultras del Bari: «Non avevamo coltelli». Il sindacato dei carabinieri: «Esposti ad altissimi rischi»

VENEZIA - «Mostriamo vicinanza ai Carabinieri in servizio al 4/o Battaglione Veneto rimasti coinvolti dall'orda barbarica delle due tifoserie della partita Venezia Bari.

Feriti e finiti in ospedale alcuni carabinieri, attinti da sprangate e bombe carta. Pari solidarietà anche ai colleghi della Polizia coinvolti negli stessi scontri»: così il nuovo Sindacato Carabinieri sulla criticità legata alle carenze organizzative del servizio. La rappresentanza dei militari esprime il disappunto «sulla logistica dei Carabinieri del 4/o Battaglione allo stadio, lasciati a piedi, costretti più delle volte al fai da te riguardo il trasporto del materiale di protezione assegnato». Nello specifico, si sottolinea, le sacche contenente le protezioni in dotazione «vengono depositate in un angolo all'esterno dello stadio con un operatore a guardia, distante una trentina di metri dalla squadra». Una circostanza, a giudizio del sindacato, che ha esposto i colleghi «ad altissimi ed evitabili rischi e l'epilogo poteva solo che andare peggio».

GLI ULTRAS DEL BARI

Nel frattempo i gruppi ultras della Curva Nord Bari assicurano che durante i contatti con la polizia avvenuti ieri pomeriggio all'esterno dello Stadio Sant'Elena di Venezia non sono state utilizzate lame che sono «del tutto estranee alla mentalità della curva». I gruppi sottolineano inoltre che i video che circolano in rete sui disordini prepartita, che mostrano coltelli e pugnali nascosti all'interno di aste biancorosse, si riferiscono ad un'altra partita. Sarebbero stati girati durante i sequestri effettuati dalla polizia durante il match Padova-Mantova a gennaio.

IL COISP

«Esprimiamo la nostra più sincera solidarietà agli agenti feriti mentre erano impiegati nel servizio di ordine pubblico durante la partita di calcio tra Venezia e Bari. A causa degli scontri tra le tifoserie, infatti, cinque poliziotti sono rimasti feriti: uno con un'arma da taglio, un altro con un'ustione al polpaccio a causa dell'esplosione di una bomba carta, un altro ancora a causa di un problema acustico per via degli scoppi, altri due sono rimasti feriti dal lancio di una transenna. In pratica: ancora una volta è stata guerriglia. È giunta l'ora, dunque, di vietare le trasferte alle tifoserie violente di tutte le Serie fino alla fine del campionato, e di approvare con procedura d'urgenza i decreti sicurezza deliberati lo scorso 16 novembre dal Consiglio dei ministri, che prevedono l'inasprimento delle pene per le tifoserie violente, per chi aggredisce le Forze dell'ordine, e l'inasprimento del Daspo». Lo dichiara Domenico Pianese, segretario generale del sindacato di Polizia Coisp. «Quello a cui stiamo assistendo - sostiene Pianese - è una recrudescenza dei fenomeni di violenza nei confronti delle Forze di Polizia che fa seguito agli eventi delle ultime settimane e che si ripercuote anche nell'ambito delle manifestazioni sportive". "L'idea che si possa aggredire un poliziotto senza subire alcuna conseguenza penale - prosegue - sembra ormai essere una modalità accettata dall'opinione pubblica e da quella parte politica che nelle ultime settimane ha fomentato gli scontri e il divario tra Forze di Polizia e cittadini. Oggi infatti, nel 'day after', i nostri colleghi non hanno ricevuto alcun attestato di solidarietà, che sarebbe dovuto arrivare in maniera trasversale dalla politica e dalle istituzioni".

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Ultimo aggiornamento: 20:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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