San Donà. «Multa da 311mila euro per irregolarità nel versamento dei contributi». Il giudice del Lavoro "salva" l'imprenditore e la azzera

Martedì 16 Maggio 2023 di Fabrizio Cibin
La sede romana dell'Agenzia delle entrate

SAN DONA' DI PIAVE - L’importo era di quelli importanti, di quelli che rischiano di rimettere in discussione tutta la tua vita, non solo professionale. La cartella era arrivata a un (ex) imprenditore sandonatese dall’Agenzia delle Entrate. La cifra: 311mila euro, accumulati per presunte irregolarità nel versamento di contributi previdenziali. Condizionale d’obbligo, perchè la cartella è stata “azzerata” dal Giudice del Lavoro al termine dell’udienza che si è svolta ieri mattina.

E senza entrare nel merito, ma affrontando, di fatto, la “forma” più che la sostanza. L’avvocato Alessandro Filippi è, infatti, riuscito a sostenere la tesi difensiva secondo cui la cartella non era stata notificata nei termini previsti, ovvero entro i 5 anni.

MULTA CANCELLATA

Non solo: il giudice ha anche condannato l’Agenzia delle Entrate Riscossione al pagamento di 3mila euro per responsabilità aggravata, in quanto aveva eseguito un pignoramento ai danni del datore di lavoro del ricorrente. Nel frattempo l’uomo ha chiuso l’attività e ha iniziato a collaborare con un’altra azienda, nonostante il giudice stesso avesse sospeso il provvedimento in attesa del processo. La vicenda ha interessato il titolare di un’azienda di San Donà che si occupava di servizi. Per presunte irregolarità legate al versamento di contributi previdenziali, tra Inps e Istituto territoriale del Lavoro, all’uomo arriva la cartella esattoriale “monstre”, con la cifra da svenimento. Nel frattempo l’attività ha cessato di esistere, l’uomo ha trovato occupazione da un’altra azienda, oltre ad essersi trasferito da San Donà e Jesolo. Si è affidato allo studio legale Filippi, che subito ha impugnato la cartella, impostando la tesi difensiva sulla notifica tardiva rispetto ai termini massimi, ovvero cinque anni, puntando sulla prescrizione. In attesa che il giudice si pronunci, ecco un’altra mazzata per l’ex imprenditore: da parte dell’Agenzia delle Entrate Riscossione parte l’azione esecutiva pignorando il datore di lavoro dell’uomo. Un fatto doppiamente pesante, perchè, a seguito di questo sviluppo della vicenda, l’uomo si vedrà costretto a interrompere il rapporto di lavoro. E tutto questo con una famiglia e dei figli, da mantenere. Ieri, dunque, il pronunciamento da parte della dottoressa Anna Menegazzo, Giudice del Lavoro, che ha dato ragione all’ex imprenditore, avvalorando la tesi difensiva. E condanna l’Agenzia delle Entrate Riscossione a rifondere al ricorrente le spese di lite, quantificate in 7mila euro e al rimborso forfettario del 15%; non solo, a risarcire i danni con l’importo di 3mila euro, di fatto condannando l’atteggiamento dell’Agenzia per avere iniziato l’azione esecutiva pignorando il datore di lavoro del ricorrente, nonostante il provvedimento di sospensione. «C’è grande soddisfazione - commenta l’avvocato Filippi -, soprattutto pensando che in questo periodo di difficoltà economica per molti cittadini lo Stato dovrebbe andare loro incontro, non vessarli».

Ultimo aggiornamento: 17:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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