San Donà. Manifestazione contro la campagna anti-aborto autorizzata dal Comune. Zittito il sindaco Teso: «La piazza è nostra»

Martedì 18 Luglio 2023 di Davide De Bortoli
Manifestazione contro la campagna anti-aborto autorizzata dal Comune. Zittito il sindaco Teso: «La piazza è nostra»

SAN DONÀ - Hanno esposto un grande striscione con scritto "Giù le mani dalla 194, libertà di pensiero è libertà dei corpi" sotto il municipio. Oltre un centinaio di persone hanno aderito alla protesta del gruppo "Amie arrabbiate" composto da giovani di San Donà contro la campagna antiabortista autorizzata in municipio.

Si tratta di un referendum che richiede l'ascolto del battito cardiaco del feto alle donne che desiderano abortire. E quanto sia sensibile il tema si è capito ieri pomeriggio in piazza Indipendenza dove non sono mancati i momenti di tensione.

TENSIONE

Parecchi gli interventi delle 20enni di "Amie arrabbiate" e a turno di donne del laboratorio Morion di Venezia, dei gruppi "Squeert" di Padova e "Non una di meno" di Venezia e Treviso, tornate a San Donà dopo la manifestazione dedicata a Cloe Bianco di giugno. Tutti gli interventi hanno messo in evidenza la «violenza di far ascoltare il battito cardiaco o far vedere l'ecografia usandolo come leva emotiva nei confronti della donna spostando il focus sulla vita della donna, che viene messa in secondo piano», oltre alla difficoltà di interrompere la gravidanza.

SINDACO

Le ventenni hanno contestato a lungo il sindaco Alberto Teso, che al momento aperto al dibattito pubblico ha alzato la mano per intervenire, anche se la possibilità gli è stata negata. «Mi spiace, ma questa piazza è transfemminista ha spiegato Tina Boem una delle organizzatrici oggi la piazza è nostra. Avete già parlato abbastanza». Boem ha poi letto alcuni passaggi del libro "La città femminista" di Leslie Kern. «Oggi abbiamo fatto un enorme passo avanti verso la città femminista, che consente donne e ragazze di stabilire relazioni alle loro condizioni ha continuato - Ci siamo riprese uno spazio pubblico rivendicando i nostri diritti in una piazza che è stata fin troppo zitta, fin troppo costruita di mattoni e patriarcato. Invito a non fermarci qui. Contribuiamo a rendere San Donà una città che accoglie tutti allo stesso modo». Ma cosa voleva dire il sindaco ai manifestanti? «Io non ho sostenuto la proposta referendaria precisa Teso , ma non è che non posso parlare di questo argomento perché sono un maschio. E' importante lasciare parlare anche chi la pensa in modo diverso».

TENSIONE

Il sindaco era accompagnato dal presidente del consiglio comunale Massimiliano Rizzello e dai consiglieri Alessandro Menin e Giulio Bonet (FdI): quest'ultimo ha intavolato un confronto con i manifestanti. Si è creata tensione, invece, quanto Elvis Colla, di Jesolo, a microfoni ormai spenti, ha provato a difendere il diritto del sindaco a intervenire. È stato contestato a affrontato a muso duro da alcuni manifestanti, tanto da richiedere l'intervento dai Carabinieri per placare gli animi. Colla ha spiegato di aderire ad Azione", a "Più Europa", all'associazione "Luca Coscioni" e alla "Casa delle donne" di San Donà, esibendo una tessera dello scorso anno. «Non sono di destra né di sinistra ha spiegato , era giusto che Teso potesse parlare, difendo la libertà di opinione». «Esprimo solidarietà all'amico liberale di sinistra Colla che è stato malmenato senza motivo - ha commentato Teso - La riprova che parte dei manifestanti ha un concetto strano di democrazia».
Alla manifestazione erano presenti, a titolo personale, parecchi referenti dell'opposizione: le consigliere comunali Lorena Marin e Antonella Pasquariello (Pd), il capogruppo dem Daniele Terzariol, Enrico Franchi,n referente Pd del Veneto orientale, gli ex consiglieri David Vian (Pd), Federica Vio (Azione) e Cinzia Montagner (5 Stelle).

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Ultimo aggiornamento: 13:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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