Difende la famiglia tradizionale, avvocato insultato sui social

Domenica 23 Maggio 2021 di Davide De Bortoli
Difende la famiglia tradizionale, avvocato insultato sui social (foto d'archivio)
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SAN DONA' - Avvocato offeso su Facebook perché difende la famiglia tradizionale, partono le querele. Si tratta di Alberto Teso, noto legale di San Donà, delegato di Ascom-Confcommercio per il Comune di Jesolo e componente della giunta provinciale della stessa associazione.

Nei giorni scorsi una sua riflessione sulla famiglia tradizionale è stata oggetto di un tam tam sul social, commentata in modo ostile da una decina di persone, tra cui qualcuno lo ha definito soffrire di “un ritardo mentale importante”, oppure “non c’è limite per lo scavare in basso nella morale”. Commentatori che nei prossimi giorni saranno destinatari di altrettante azioni civili da parte del legale. I commenti sono stati cancellati, dopo che Teso si è attivato poiché intende andare fino in fondo per una questione di principio, oltre che di civiltà.


«Ho deciso di intervenire - spiega Teso - visto anche che qualcuno ha utilizzato epiteti decisamente diffamatori, di cui risponderà nelle sedi opportune, tanto per imparare che se si parla di libertà bisogna capire che il suo contraltare è la responsabilità. Precisato questo, ribadisco che famiglia "normale" significa "nella norma", ossia abituale, usuale, tradizionale (e non solo legalmente riconosciuto). Nel mio post non parlavo di madri sole, ma di ragazze-madri di 18 anni abbandonate dal compagno, peraltro prendendo spunto da un romanzo svedese che sto leggendo e che offre uno spaccato di quel Paese che mi è parso veramente preoccupante. Che una società disgregata costituisca un grave problema è un dato di fatto, in cui i figli crescono senza padri, con famiglie create nello spazio di un mattino con donne diverse, poi abbandonate a se stesse con bambini da crescere da sole. Se manca la famiglia in senso tradizionale viene a mancare la prima rete di protezione dell'individuo. Poi ci sono rilevanti aspetti psicologici, educativi, giuridici, economici che andrebbero valutati con attenzione. Non credo, in sostanza, che questa modifica della società possa rappresentare chissà quale passo avanti per l'umanità. Sarebbe compito di ogni Paese civile, degno di questo nome, adoperarsi per rimuovere tutti gli ostacoli che incontrano i più giovani a formare una famiglia: un sistema di welfare efficace, l'acquisto della casa, asili e scuole efficienti. Ma una società dovrebbe anche essere in grado di proporre modelli ed esempi costruttivi, in cui la persona non si limita a ricercare il piacere o la soddisfazione immediata di un istinto, ma sia capace di assumersi obblighi ed impegni duraturi, un progetto a lungo termine, se possibile in seno ad una famiglia. Ribadisco che ognuno è libero di pensarla come crede, ma deve lasciare anche il diritto di esprimere le proprie idee a chi la pensa in modo diverso, senza essere tacciato di soffrire di ritardo mentale o altre amenità simili. Buona giornata a tutti e, ai più spiritosi, arrivederci a presto in tribunale».

Ultimo aggiornamento: 17:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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