"Taliaferro", il mercante a corte della regina d'Inghilterra

Martedì 26 Dicembre 2023 di Alberto Toso Fei
"Taliaferro", il mercante a corte della regina d'Inghilterra

Nacque a Venezia attorno al 1530 come Bartolomeo Tagliaferro ma attorno ai vent'anni divenne Bartholomew Taliaferro alla corte di Elisabetta I per divenire - una dozzina d'anni dopo - da "subject of the Duke of Venice", cittadino della Repubblica di Venezia, suddito della corona. Suonò a corte e con tutta probabilità conobbe William Shakespeare, fu taverniere e mercante. I suoi discendenti furono tra le prime famiglie fondatrici dello Stato della Virginia e tutt'oggi diversi di loro (tra cui l'attrice Glenn Close, figlia di William Taliaferro Close) vivono sparsi negli Stati Uniti. Oltre che naturalmente in Italia e a Campiglia dei Berici, alla quale sembrerebbe appartenere il ramo originario.
Dal vicentino sarebbe infatti arrivato in laguna il padre Antonio, mercante che aveva casa e bottega in campo Sant'Angelo (essendo la moglie Caterina morta da diversi anni). Altri Tagliaferro risultano attestati tra Cinque e Seicento a Padova (tra i quali un omonimo, Bartolomeo, maestro d'armi in una scuola davanti al Bo nel 1601).
Impratichitosi al violino grazie a uno strumento compratogli dal padre dal liutaio Francesco Linarol, alla morte del genitore Tagliaferro decise di abbandonare l'attività della mercatura per seguire la sua vena musicale: si imbarcò dunque alla volta dell'Inghilterra in compagnia di altri due musicisti, Francesco Rizzo e Zuan Soprani, e divenne musico alla corte dei Tudor. 
Rallegrando le giornate della regina, che non disdegnò mai la musica, soprattutto italiana, e amò circondarsi - nella sua solitudine - di suonatori, poeti, uomini di cultura. Ma questa fu solo la sua seconda vita. Il 4 marzo 1562 ne iniziò infatti una terza, con una "letter of denization": divenne infatti suddito inglese a tutti gli effetti, e lasciata la corte e la musica aprì una sua attività (avendo già comprato da tempo un alloggio a Langbourne Ward grazie all'eredità del padre); i documenti del 1568 che lo riguardano lo definiscono "Venetian, merchante". Il primo gennaio 1584 Bartholomew Taliaferro (che in quel momento doveva vere superato da tempo la cinquantina) sposò Joane Lanier, di diversi anni più giovane - figlia di un altro musico conosciuto a corte, il francese John Lanière - e aprì una taverna ad Aldgate Ward. I due ebbero otto figli: Katherine (morta ancora in fasce), Horatio, Cipron, Francis, i gemelli Jacob e Isak, Bartholomew jr., Jerome.
Non vi sono prove concrete sul fatto che questo "merchant of Venice" - i cui affari prosperavano in bottega e in taverna - abbia effettivamente frequentato William Shakespeare, ma è abbastanza certo che il bardo avvicinasse i mercanti della Serenissima (specialmente all'Oliphant, la taverna del porto a poca distanza dal negozio del padre), e sembra difficile che non fosse a conoscenza dell'esistenza di Tagliaferro, in una Londra che all'epoca non era esattamente una metropoli, comparata alla stessa Venezia. I registri della parrocchia di St. Olave, che riportano le date di battesimo dei figli e delle figlie di Bartolomeo e Joane, recano traccia anche di quella della sepoltura di Bartolomeo Tagliaferro (indicato come "Bartlemew Tallifero, a stranger") il 22 settembre 1601. aveva dettato le sue ultime volontà quattro giorni prima.
Finì così la terza e ultima vita del veneziano, ma non quella della sua discendenza: nel 1647 Robert Taliaferro, figlio del quartogenito di Bartolomeo, Francis, raggiunse l'America e il nascente stato della Virginia: la famiglia Taliaferro è l'unica di origine italiana nell'elenco delle First Families of Virginia. Poco più di un secolo più tardi Thomas Jefferson, scienziato, illuminista, fondatore dell'università della Virginia nonché futuro presidente degli Stati Uniti, redasse la bozza della Dichiarazione d'Indipendenza votata a Filadelfia il 4 luglio 1776.
Era stato allievo prediletto e assiduo frequentatore della casa del Giudice George Wythe, primo firmatario della Dichiarazione, marito di Elizabeth Taliaferro. Chissà se in quelle parole di libertà riecheggiarono alcuni principi trasmessi di generazione in generazione dai tempi della Serenissima.

Ultimo aggiornamento: 11:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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