Leo Pietragnoli, cronista di razza al servizio della città

Lunedì 1 Gennaio 2024 di Alberto Toso Fei
Leo Pietragnoli ritratto da Matteo Bergamelli

Per moltissimi veneziani ha rappresentato la memoria storica del Novecento. D’altronde lui Venezia la raccontò, la visse, ne scrisse e la descrisse in migliaia di articoli e decine di libri. Soprattutto, la amò profondamente e ne fu uno degli interpreti più alti e fecondi. Leopoldo Pietragnoli visse rigorosamente e con grande onestà intellettuale il suo ruolo di giornalista al servizio dei cittadini prima ancora che dei lettori, con spirito critico, duro all’occorrenza, ma sempre rispettoso della verità dei fatti.
Un impegno e una umanità profusi non solo verso l’esterno, ma che si sostanziarono anche in una attenzione verso la vita di redazione e la crescita di nuove leve, senza perdere mai di vista i cambiamenti intervenuti nella professione e nella maniera di fare informazione, sconvolti nell’ultimo trentennio dalla crisi della carta e dall’avvento del web, sul quale - non da ultimo - varò l’informazione del Comune di Venezia e la gestì per molti anni, dopo una vita spesa nella redazione veneziana de “Il Gazzettino”.
Ma cominciamo dal principio: “Leo” Pietragnoli nacque a Venezia il 24 agosto 1939 da Pio Pietragnoli, maestro elementare, giornalista e assessore comunale, e Romana Piccini.

Di nonni paterni romagnoli e nonni materni friulani, dopo il diploma di maturità classica all’Istituto Cavanis di Venezia si laureò col massimo dei voti in Lettere moderne all’Università di Padova. 

Ma il giornalismo fu fin dal principio nelle sue corde: fin da liceale collaborò con la Redazione veneziana del quotidiano “L’Avvenire d’Italia” e col settimanale diocesano “La Voce di San Marco”.
Assunto al “Gazzettino” nel 1966, lavorò pressoché ininterrottamente nella Cronaca di Venezia fino al 1995 (quando fu prepensionato); ne fu caposervizio dal 1984, curando in particolare i settori dell’amministrazione comunale, della cultura, della Chiesa, del turismo, e i temi della salvaguardia e dell’andamento demografico e socio-economico; ma fu anche inviato in vari Paesi esteri, soprattutto al seguito di delegazioni veneziane e - in una occasione - al seguito di Papa Wojtyla per lo storico viaggio in Polonia. Nella vita di Pietragnoli la fede fu sempre un elemento centrale.
Assieme al lavoro, la vita: quasi contemporaneamente all’assunzione al quotidiano, il matrimonio con Renata Massaria, l’amore di una vita, con la quale ebbe la figlia Maddalena e il figlio Lazzaro. 
E poi, Venezia. Non solo la città da raccontare agli altri, appunto, ma quella da costruire ogni giorno: difficile elencare i suoi incarichi nell’associazionismo e nel volontariato, testimonianza di un attivismo civile piuttosto raro. Fu segretario dell’Ordine dei giornalisti del Veneto (all’interno del quale rivestì diverse cariche), socio dell’Ateneo Veneto, studioso di storia (con la pubblicazione di decine di saggi e libri su argomenti veneziani); collaborò con la commissione comunale per il riordino dei “nizioleti”, la tipica toponomastica veneziana; fu componente del Gruppo di lavoro - Comitato tecnico del Comune di Venezia per la salvaguardia di Venezia e della laguna e collaborò con la “Storia di Venezia” dell’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani.
Al termine della sua esperienza col giornale, nel 1995, lavorò all’Ufficio Stampa della Biennale per il Centenario nei settori Arti visive, Musica, Teatro. Dallo stesso anno, fino al 2010, prese in mano l’Ufficio Stampa del Comune di Venezia (così come della Commissione per la ricostruzione del Teatro La Fenice). Fu anche addetto stampa - e consigliere di amministrazione - del Centro previsioni e segnalazioni Maree di Venezia. Di Pietragnoli era nota, tra le altre, la grande competenza sui temi dell’acqua alta a Venezia, della quale conosceva ogni dato e particolare. Per una sorta di contrappasso, durante l’alluvione del 1966 si trovava a Pordenone, a fare il praticante in redazione.
Diede vita, diresse o collaborò con innumerevoli riviste legate alla storia e al territorio. Instancabile, fino all’ultimo mantenne la curiosità innata, la battuta sferzante, la mano tesa all’incontro, il sorriso accogliente. Leopoldo Pietragnoli si spense dopo un anno e mezzo di malattia il 17 luglio 2021, poco più di un mese prima dei suoi 82 anni.

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