Veneto, voci di rimpasto in giunta: tremano le poltrone di Caner e Bottacin. Zaia: «Qualcuno ci spera»

Venerdì 3 Novembre 2023 di Alda Vanzan
Federico Caner e Giampaolo Bottacin a Pontida

VENEZIA - Circola una battuta negli ambienti politici veneti e cioè che il governatore Luca Zaia l'unità di crisi per il maltempo avrebbe potuto costituirla non a Marghera, ma direttamente al K3 a Treviso: gli sarebbe servito per essere più vicino alle "zone rosse" flagellate da pioggia e vento, ma anche per tenere sotto controllo i fermenti del suo partito. La Lega, appunto. Alla fine, proprio a causa dell'allerta meteo, la riunione programmata per ieri, 2 novembre, alle 18 è saltata. Per la precisione rinviata: si farà oggi, anticipata di un'ora. E anche se i più pensano che sarà un "processo" a Nicola Finco e Stefano Valdegamberi, rei di aver acuito lo scontro sul suicidio medicalmente assistito tra pro e contro, i temi sul tavolo saranno parecchi, a partire dai 28 milioni che dovranno essere tolti dal bilancio 2024 fino all'ipotesi di bloccare le Olimpiadi se il Veneto, perso il bob, non verrà "ricompensato" con altre discipline sportive. Ma il vero argomento caldo, di cui tutti parlano e di cui oggi non si farà parola, è l'ipotesi di un rimpasto di giunta entro l'anno. Due gli assessori cui potrebbero essere tolte le deleghe: Federico Caner e Gianpaolo Bottacin.

Declassati a semplici consiglieri, i due tornerebbero in aula a Palazzo Ferro Fini, rispedendo però a casa i consiglieri che, da primi dei non eletti, erano loro subentrati nel 2020: il trevigiano Gianpiero Possamai e il bellunese Giovanni Puppato.

LE VALUTAZIONI
L'ipotesi di un rimpasto di giunta è dai più esclusa: Zaia, per storia e stile, non ha mai cambiato lo schema iniziale. Quando nel 2014 l'allora assessore forzista Renato Chisso finì inguaiato nello scandalo del Mose, non ci fu alcun subentro, le deleghe vennero prima gestite direttamente dal governatore, poi spacchettate fra tre assessori (Isi Coppola, Elena Donazzan, Massimo Giorgetti). A metà mandato un rimpasto - politico, tra l'altro - sarebbe un'assoluta novità. E infatti il presidente Luca Zaia lo esclude: «Togliere le deleghe a due assessori? È la prima volta che ne sento parlare, posso dire che non è così».
Se Caner e Bottacin (assieme a Marcato) sono accomunati dal fatto di non essere saliti lo scorso 17 settembre sul palco di Pontida, le valutazioni che in Lega fanno dei due assessori sono diverse: a Caner è contestato il mancato versamento dei contributi e alcune discusse dichiarazioni («In questo partito non c'è democrazia», «La Lega è diventata un partito nominalistico, va tolto il nome Salvini dal simbolo»), con Bottacin ci sarebbero problemi legati alla gestione delle deleghe (ma giusto ieri Zaia l'ha pubblicamente ringraziato «per l'impegno» nell'emergenza maltempo) e caratteriali. Fatto sta che, a distanza di settimane, nei loro confronti non risultano procedimenti disciplinari aperti in via Bellerio. E, di conseguenza, nessuna "scusa" per passare a indossare altre casacche, magari di colore azzurro. Dunque, il rimpasto in giunta? «Forse è più una speranza di qualcuno», dice, sibillino, Zaia.

TASSE E DOTTORI
Quanto al fine vita, i bene informati sostengono che l'argomento dovrebbe essere solo sfiorato nella riunione al K3. È vero che in parecchi si sono irritati per la conferenza stampa di Valdegamberi e Finco, per gli slogan contrapposti sulla "cultura della vita" e "cultura della morte" e per la discutibile videointervista a una nonnina allettata, ma il richiamo dovrebbe essere solo tecnico: c'è una proposta di legge di iniziativa popolare che va portata in aula entro l'anno, si vota e si vota secondo coscienza. A meno che da Roma non giunta lo stop dell'Avvocatura, cui si è rivolto il presidente del consiglio veneto Roberto Ciambetti. Ma la lettera è del 31 ottobre, in ala si dovrebbe andare fra tre settimane.
Altri temi che saranno sottoposti ai consiglieri leghisti sono il bilancio 2024: gli uomini dell'assessore Francesco Calzavara stanno lavorando a un emendamento per spalmare il taglio di 28 milioni deciso a Roma, una sforbiciata che potrebbe avere pesanti riflessi sui budget dei singoli assessori: su 70 milioni totali, si dovrebbe scendere a una quarantina. Senza neanche immaginare di reintrodurre l'addizionale Irpef: Zaia non ne vuole sentire parlare.
Poi le Olimpiadi: entro l'anno la Regione Veneto e il Comune di Cortina dovranno votare nel Cda della Fondazione olimpica il trasferimento del bob in un'altra località e ci sarà da decidere che comportamento tenere nel caso in cui non ci sia il richiesto "riequilibrio" delle discipline sportive: un voto contrario bloccherebbe i Giochi, un voto favorevole avallerebbe il ridimensionamento delle località venete.
Poi c'è la sanità, nervo scoperto nonostante gli investimenti sui presìdi ospedalieri e le "pagelle" ottenute per i migliori nosocomi d'Italia, perché quello che alla gente preme è avere le visite e gli esami richiesti nei tempi prescritti, senza dover andare nel privato. Liste d'attesa e carenza di medici, certo, ma in Lega c'è chi non nasconde l'imbarazzo per riforme annunciate e tenute nel cassetto, come il riordino delle case di riposo. E poi le infrastrutture, dalla richiesta Nuova Romea a tutto il capitolo di Cav che dovrebbe inglobare Veneto Strade. Il resto - elezioni, candidature, incarichi - non risulta all'ordine del giorno.
 

Ultimo aggiornamento: 18:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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