VENEZIA - Renato Busetto potrà disputare la prossima Regata Storica. Il Tar, infatti, ha accolto parzialmente il ricorso del regatante, riducendo a soli tre mesi la squalifica di un anno ed un mese comminata dalla Commissione tecnica e disciplinare a seguito del ritrovamento nelle urine di Renato di sostanze connesse alla cannabis.
LA SENTENZA
Busetto era assistito dall'avvocato Gianmaria Daminato, mentre il Comune di Venezia era rappresentato dai legali Antonio Iannotta, Nicoletta Ongaro e Luca Mareso. «Ora ricorreremo al Consiglio di Stato - ha affermato Daminato, soddisfatto che al suo assistito sia stata ridotta la abnorme sanzione - affinché la figura di Renato Busetto sia totalmente riabilitata». Come si ricorderà, la coppia formata da Renato Busetto e dal fratello Roberto era giunta seconda nella gara dei campioni in gondolino della scorsa Regata Storica. Come gli altri classificati, i due erano stati sottoposti alle analisi di rito previste dal regolamento comunale ed in seguito a Renato erano state riscontrate nelle urine sostanze vietate dalle agenzie mondiali che si occupano di doping.
Il provvedimento del Tar ricorre della data di inizio delle manifestazioni, perciò Busetto, a meno di altri colpi di scena, entro la data della prossima Regata Storica avrà già scontato i tre mesi di squalifica e l'ufficio Regate dovrà accettarne l'iscrizione. Ora nel mondo della voga si apre un altro capitolo, perché il Tar nulla ha obiettato sul procedimento delle analisi e di quanto ne è conseguito, ma d'altra parte si è dichiarato competente in merito alla sanzione sportiva, che ha ritenuto eccessiva.
IMPASSE GIURIDICO
«È stato un passaggio non facile da superare», ha ammesso Daminato. «In sostanza Renato Busetto non aveva strumenti giuridici per contestare la decisione. Ma il Tar si è dichiarato competente, ed ha ritenuto che il nostro ricorso presentasse i profili per essere ammesso. Siamo arrivati ad un accoglimento quantomeno parziale del ricorso, con la riduzione della squalifica. Il Tar, infatti, ha ritenuto che l'assunzione di cannabis sia avvenuta fuori competizione». Il risultato è che la giustizia ordinaria si sovrappone a quella sportiva (è già successo su questioni calcistiche del resto), anche se il regolamento comunale non lo prevede, ed è questa la questione centrale, che peraltro farà mordere le nocche ai quattordici regatanti squalificati per un anno perché si erano rifiutati di vogare nella regata di Burano di due anni fa. Se fossero ricorsi al Tar forse le cose sarebbero andate diversamente.
«Vedo rispettata pienamente la struttura logica che ha portato alla sanzione - commenta il presidente della Commissione tecnica e disciplinare, Alvise Bragadin - Sulla riduzione della squalifica, ne prendo semplicemente atto».
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