Vignotto torna re della Regata Storica di Venezia. Il segreto? «Mezzo litro di birra e una grappa»

Lunedì 6 Settembre 2021 di Tullio Cardona
Vignotto torna re della Regata Storica di Venezia
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VENEZIA - «Mezzo litro di birra e una grappa». Questo è l'elisir segreto che, per tradizione e scaramanzia, ha bevuto Rudi Vignotto la sera prima della regata. Un aneddoto per questo grande campione, che definiamo senza tema di contestazione il miglior poppiere della storia del remo, capace di vincere ieri la sua 17. Regata Storica, con il figlio Mattia, alla 31.

presenza. Per il giovane figlio di Rudi e Luisella Schiavon è la prima bandiera rossa in Canal Grande, dedicata alla zia. «Avevo la percezione che negli allenamenti andavamo forte - racconta Rudi, che portava il gondolino arancione - perciò avevo rassicurato Mattia, dicendogli che si aspettasse un buon risultato. In regata vedevo il gondolino andare dritto, senza sbavature: ho capito che potevamo vincere».

 


LA CRONACA

Le regate comunali avevano già raccontato di un inizio guardingo della coppia Vignotto, poi esplosi nella regata di Pellestrina, dove hanno superato, come ieri, i favoriti Andrea Bertoldini e Mattia Colombi. Dopo Igor, con all'attivo 15 bandiere rosse, un altro Vignotto si presenta agli applausi dei tifosi e degli appassionati, perché Mattia raccoglie ed è erede sia della tradizione santerasmina che muranese, con una madre regina del remo ed un nonno di nome Giuseppe Schiavon, detto Bufalo. Ma veniamo alla cronaca: ci vogliono due partenze al cordino per effettuare finalmente un inizio regolare. In cavata subito prendono la testa i due Vignotto sul gondolino arancio, seguono il viola dei fratelli Roberto e Renato Busetto, e il rosa di Davide Prevedello e Alvise D'Este. Inaspettatamente si attarda il marron di Andrea Bertoldini e Mattia Colombi, i campioni uscenti, peraltro vincitori della regata del Redentore. Gli altri si accodano. Al giro del paleto, il viola rispetta l'arancio, non così il rosa, che mette la prua sopra il viola, rallentandolo. L'arancio prende in tal modo il largo, andando a vincere indisturbato. Dopo il ponte di Rialto la regata, a parte i gondolini in testa, è diventava una voliera, con gondolini che si spostavano a destra e a sinistra per trovare la corrente migliore. Ma nulla cambia e i bandierati fanno festa alla Machina. Prevedello persino si scioglie in lacrime, lui, che da nove anni aveva lasciato le regate e che viaggia verso i 60 anni. Un campione che quest'anno si è allenato nel modo migliore, guidato a poppa da Alvise D'Este, un giovane di Burano che ha già mostrato tutta la sua tecnica ed esperienza nelle regate di Murano e dei santi Giovanni e Paolo. «Un ragazzo fortissimo - ha commentato Prevedello - al quale auguro successi e vittorie. Ho avuto nella mia storia di voga molti poppieri, ed Alvise è fra i migliori». 


LOTTATORI

Raggiante Roberto Busetto: «Siamo sempre Superman, dei lottatori - afferma - Il rosa, saltandoci in barca, poteva rovinarci la regata. Siamo riusciti a raddrizzarci e a proseguire. Dedichiamo la regata a nostro papà Ferruccio, detto Armaron, che è recentemente mancato. Un pensiero va anche alle nostre famiglie, mogli e figli che ci sopportano». In definitiva una bella regata, incitata dal pubblico a terra o sulle barche attraccate alla riva, con palloncini con i colori che richiamavano quelli dei gondolini. La competizione ha mostrato i veri valori posti in Canal Grande. Peccato per Bertoldini e Colombi, finiti solo quarti, ed anche per Ivo Redolfi Tezzat (il più anziano vogatore in gondolino, ricco di 6 bandiere rosse conquistate con Giampaolo D'Este), che vogava con il giovane Nicolò Trabuio, sul bianco. I due sono giunti solo sesti. 

Ultimo aggiornamento: 7 Settembre, 08:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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