Dall'acqua spuntano le mani, polemiche per l'opera di Varagnolo: «Non buttatela in politica»

Mercoledì 30 Giugno 2021 di Diego Degan
Dall'acqua spuntano le mani, polemiche per l'opera di Varagnolo: «Non buttatela in politica»

CHIOGGIA - «Non buttatela in politica. La mia è una creazione artistica». E' una reazione istintiva quella di Sandro Varagnolo: può capitare che un'opera d'arte non piaccia o che non sia capita, ma vedersela criticare per ragioni politiche, al pittore chioggiotto, non è proprio andata giù. Tutto è cominciato venerdì scorso, con l'inaugurazione, in riva Vena di "Inondant3", un evento composto da un'installazione artistica e da una mostra pittorico-scultorea, per i 700 anni dalla morte di Dante. La mostra non ha suscitato particolari commenti, se non quelli, lusinghieri, di chi l'ha visitata. Ma l'installazione, fatta da mani e braccia che emergono dall'acqua di canal Vena, ha scioccato più di qualcuno. 
Qual è il suo significato? Chi ci ha visto il dramma dei migranti nel Mediterraneo, chi, come l'assessore Isabella Penzo, «la voglia di riemergere, di vedere la luce dopo un anno buio che ha sconvolto la nostra quotidianità».


Per la consigliera comunale Romina Tiozzo, l'installazione è, invece, «inquietante», «macabra» e, con un'implicita stoccata alla Penzo: «questa è la programmazione turistica della nostra Città, pura follia». Così uno dei tre ideatori dell'opera, Varagnolo, è intervenuto pubblicamente per mettere qualche puntino sulle i. Primo, «l'installazione è stata ideata e finanziata dall'associazione Clodiacom e non è costata nulla al Comune che ha dato solo le autorizzazioni». Secondo, non si tratta di una copia delle già viste mani di Lorenzo Quinn installate nel 2017 a Venezia: quelle «erano statiche e giganti, tali da coprire facciate di palazzi, queste sono mobili e dinamiche». Il riferimento artistico, semmai, è un'illustrazione del Dorè per la Divina Commedia che rappresentava le mani dei dannati emergenti da un lago, in linea con l'anniversario dantesco.
Varagnolo conclude dicendo che «nei banchi del consiglio comunale non sempre si trovano profili adeguati al patrimonio culturale che la nostra città offre» e, si potrebbe osservare, una simile polemica non aiuta neppure l'affermazione di Chioggia come capitale della cultura 2024.

D.Deg.

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