Piscine e palestre chiuse per un mese, la rabbia arriva in piazza

Martedì 27 Ottobre 2020 di Melody Fusaro
Piscine e palestre chiuse per un mese, la rabbia arriva in piazza
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MESTRE - Il nuoto veneziano è già pronto a scendere in piazza e anche le altre associazioni e realtà sportive si stanno organizzando per farsi sentire contro la chiusura delle palestre e le piscine.

C’è fermento dopo il nuovo Dpcm, considerato ingiusto da chi gestisce attività sportive commerciali o realtà dilettantistiche e ha passato l’estate a seguire alla lettera tutti i protocolli anticontagio. Misure applicate con ottimi risultati, come ha riconosciuto ieri anche Luca Zaia.

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All’ingresso della Polisportiva Terraglio ieri è comparso un cartello: «Chiusi per lutto. Il nostro», è il messaggio lanciato ai tanti soci che sono passati, sperando in un’ultima nuotata prima della chiusura. Proprio in quell’impianto giovedì erano passati i Nas per un controllo a campione: «Ci hanno fatto i complimenti per i percorsi attivati e per i protocolli adottati, accertando il funzionamento della nostra organizzazione - spiega Davide Giorgi - Da noi, pur ricevendo migliaia di persone al giorno, non si è registrato nemmeno un caso. Avevamo ridotto l’attività al 50% e seguito alla lettera le misure. Ed è stato anche accertato che il cloro dell’acqua annienta il virus. Non capiamo il motivo di questa decisione». Nei 7 impianti natatori del Comune di Venezia lavorano 60 dipendenti e 500 collaboratori. E Assonuoto li farà scendere in piazza, insieme a tanti atleti che sono pronti a supportare la protesta. La manifestazione è in programma per giovedì pomeriggio in centro a Mestre. «Abbiamo il supporto di tante famiglie che in queste ore ci stanno chiamando sconvolte e arrabbiate. Dicono che si sentivano sicure nel lasciare da noi i loro figli. Era evidente a tutti gli sforzi fatti e quanto fossero efficaci nel contrastare la diffusione. Sono convinto che tutti i gestori abbiano rispettato le misure, perché da quelle dipendeva la nostra sopravvivenza». Chiuso anche lo Sporting club di Noale che aveva resistito nei mesi più caldi, con il parco acquatico Aquaestate, nonostante l’assenza di Grest e centri estivi (metà degli incassi deriva proprio dai gruppi organizzati). I gestori lo hanno comunicato ai soci con post e cartelli carichi di dolore e disapprovazione: «Abbiamo sempre rispettato i protocolli, affrontando diversi costi extra, provocando spiacevoli disservizi ai nostri clienti e superando brillantemente i controlli. Non si è considerato che lo sport è una potente arma di prevenzione. C’è grande rammarico e delusione, chiudiamo altri 30 giorni».


Una giornata nera, quella di ieri, anche per il mondo del fitness. Le palestre sono costrette a rinunciare a un mese importante in fatto di presenze. «Temo che non finirà con il 24 novembre – commenta Paolo Simionato di Eutonia Club di Dorsoduro - Noi siamo stati particolarmente sfortunati: è iniziato tutto a novembre scorso con l’acqua alta e poi, a marzo, che è un altro mese ottimo per le palestre, è scattata la prima chiusura per Covid-19. Ora di nuovo chiusura a novembre, sperando che a dicembre, che è comunque un mese “lento”, ci facciano riaprire». Il club Eutonia da ieri ha trasferito tutta l’attività online e dalla piattaforma Facebook organizza tre lezioni in diretta al giorno. «Già a marzo avevamo fatto così. Certo, si salva poco: la nostra dignità, perché continuiamo a fare ciò che ci piace, la salute delle persone e la vicinanza con i clienti, con i quali proviamo così a rimanere in contatto. Perché ogni volta si deve ripartire da zero e non è così automatico come può sembrare». Le palestre nei mesi scorsi si sono adeguate con docce a distanza, spogliatoi in sicurezza, mascherine, igienizzanti: «Noi come la maggior parte dei gestori lavoriamo in prima persona dentro le palestre e abbiamo fatto tutto ciò che si doveva. I nostri clienti sono stati molto bravi, pazienti e rispettosi delle regole, infatti non abbiamo avuto casi». I gestori sperano che arrivino gli aiuti promessi dal governo: «Senza si farebbe davvero fatica a dare continuità all’esercizio - aggiunge Mattia Dimasi della New Fitness formula di Mirano - I nostri tesserati hanno però apprezzato la nostra disponibilità a fare recuperare tutto l’abbonamento in maniera elastica». 


Anche tra le associazioni dilettantistiche il fermento è tanto e gli enti di promozione sportiva stanno cercando di organizzare altre manifestazioni di protesta. «Noi abbiamo fermato le attività in attesa di ricevere le linee guida della federazione, perché il decreto non è facile da interpretare, in particolare nella distinzione tra “amatoriale” e “dilettantistico”» spiegano da Judokwai Mestre. «Zaia ha detto che in Veneto non risultano focolai nelle palestre. Speriamo possa almeno rassicurare gli atleti dell’agonismo che possono continuare a fare attività. È giusto farsi sentire perché siamo stati presi in giro: ci hanno dato una settimana per adeguarci, hanno fatto controlli senza riscontrare problemi e ora ci fanno chiudere lo stesso».

Ultimo aggiornamento: 09:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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