Crollo dei prezzi, pescatori in crisi: «Gli aiuti non bastano più, Europa assente»

Lunedì 18 Dicembre 2023 di Teresa Infanti
Crollo dei prezzi, pescatori in crisi: «Gli aiuti non bastano più, Europa assente»

​CAORLE«È stato un altro anno difficile per la pesca. Non bastano più solo i ristori, serve indagare anche il perché il nostro mare non è più così adatto ad ospitare le nostre risorse marine». Gianni Stival, neo presidente dell’Organismo Nazionale di Programmazione dei Consorzi di Gestione della Pesca dei Molluschi Bivalvi, è un’istituzione nel mondo della pesca, non solo di Caorle. Oltre ad essere imprenditore nel settore, ha ricoperto molteplici incarichi nel panorama regionale e nazionale. Dal 2004 è presidente in carica di Co.Ge.Vo. Venezia e dal 2006 dell’OP Bivalvia Veneto.

IL BILANCIO

Stival traccia un bilancio del settore a tinte chiaro scure per l’anno che sta per concludersi, in linea con l’annata 2022. «Sono sette anni che la pesca è in crisi, prima la tempesta Vaia, poi il Covid e poi la guerra in Ucraina con l’aumento del gasolio. Anche ora non è un bel momento per la pesca, sia quella a strascico che per quella di molluschi. A soffrire - spiega - sono soprattutto i piccoli pescatori. Il tema del granchio blu, che sta devastanti il Delta del Po, interessa anche la Laguna di Caorle e ora questa specie aliena, che non solo mangia tutto ma buca anche le reti, si pesca anche mare. Con la primavera questo problema si ripresenterà in maniera ancora più importante, anche per le nostre vongole». Stival ha ricordato che le ultime stagioni della pesca sono state compromesse da vari problemi. «Molti non sanno che le frequenti mareggiate che caratterizzano il nostro lungomare – afferma – non creano danni solo alla spiaggia, imponendo i necessari ripascimenti. Questo fenomeno ci porta via anche le vongole e mette in ginocchio anche i pescatori. La Regione ci sostiene sempre; con il Consorzio, che conta 90 imprese, riusciamo a gestire al meglio la risorsa e a commercializzarla e con il Flag Veneziano riusciamo ad investire il 100 per cento dei finanziamenti europei che ci arrivano. Ci sono tutti gli strumenti per salvare e preservare il settore, anche se il reddito che i pescatori perdono a causa di varie calamità non si recupera mai».

I PROBLEMI

Per Stival vanno innanzitutto cambiate le leggi europee. «Chi legifera in Europa – afferma – deve conoscere bene il settore e deve capire che il mare Adriatico non è tutto uguale, ogni zona ha le sue caratteristiche. Le leggi devono quindi essere flessibili. Quello che manca oggi – ha aggiunto – è invece uno studio puntuale che coinvolga le Asl, l’Arpav e l’Università per capire i motivi che stanno alla base delle frequenti morie di molluschi. Vanno controllate le acque dei fiumi perché è cambiato l’habitat del nostro mare, le vongole, le cozze, le ostriche non trovano più da mangiare, non crescono come dovrebbero. Questa situazione rischia di far scomparire delle risorse ittiche che rappresentano una fetta importante dell’economia della pesca del territorio». Altra nota dolente per Stival è l’assenza di ingressi di giovani. «Nessuno si affaccia al mondo della pesca, non c’è nessuno che sale a bordo. Mancano i guadagni e il lavoro è duro. Finché non riusciamo a cambiare la politica e a dare alla pesca nuove prospettive - conclude - sarà difficile che questa situazione cambi»

Ultimo aggiornamento: 11:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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