Ospedali migliori. Cardiochirurgia a Mestre da Guinnes dei primati nella classifica del Ministero della Salute. Ecco i migliori reparti

Sabato 17 Febbraio 2024 di Maurizio Dianese
MESTRE L'ospedale dell'Angelo nel programma nazionale esiti del Ministero della Salute

MESTRE - Un check-up allo stato di salute degli ospedali veneziani. Con eccellenze e criticità, ma che evidenzia come i servizi dell’Ulss 3 stiano crescendo. I risultati sono contenuti nel “Programma nazionale esiti”, una raccolta dati effettuata dal Ministero della salute e dall’Ulss 3 Serenissima che si basa, spiega il ministero, “su un insieme di indicatori calcolato a partire dai flussi ministeriali, realizzato da Agenas in collaborazione con il Dipartimento di Epidemiologia del SSR Lazio, con l’Istituto Superiore di Sanità e in raccordo con le Regioni e Province Autonome, le istituzioni centrali, la Questo comunità scientifica e la società civile”.

Tradotto in italiano: il Programma nazionale esiti è un sistema per misurare la “bontà” dei reparti ospedalieri italiani. Eccoli, quindi, i principali indicatori.


I MIGLIORI REPARTI
Nonostante le difficoltà – organici ridotti all’osso, aumento spropositato di scartoffie e finanziamenti sottostimati - si registrano incrementi di attività anno dopo anno in numerosi reparti ospedalieri. Il record spetta a Cardiochirurgia di Mestre. Secondo i dati nazionali del Ministero della salute, Cardiochirurgia dell’Angelo ha performances incredibili perché la mortalità a 30 giorni del bypass coronarico è la più bassa del Veneto con 1,07 contro i 3,96 di Vicenza, i 4.48 di Padova, i 2.45 di Treviso e l’1.85 di Verona. Insomma Mestre è praticamente a zero morti dopo un mese dall’effettuazione dell’intervento di by pass coronarico. Un record nazionale. Ma è l’intera area cardiologica di Mestre a spiccare dal momento che la mortalità a 30 giorni per l’infarto miocardico acuto è di 5,62 a Mestre, di 5,36 a Venezia, di 5,07 a Chioggia mentre Mirano spicca al contrario, con un tasso alto di mortalità pari a 8.96, che è superato solo da Montebelluna (9.98) Rovigo con 10.41 e Santorso con 10.47.


E se Cardiochirurgia dell’Angelo (primario il dott. Domenico Mangino) è nel “Guinness della salute” anche per quanto riguarda i costi visto che ha incrementato nel 2023 la sua attività del 22 per cento a fronte di una maggiore spesa solo del 5 per cento, anche Cardiologia a Mestre (primario il dott. Sakis Themistoclakis) incrementa la sua attività nel 2023 del 13 per cento – a fronte di una maggiore spesa del 14 per cento. Cardiologia di Mirano invece aumenta del 6 per cento la sua attività mentre spende in più l’8 per cento. Chirurgia vascolare a Mestre incrementa del 13 per cento, ma a fronte di un aumento di spesa del 29 per cento. In linea invece Oculistica a Mestre con un + 10 per cento di attività a fronte di un + 11 per cento di spesa. Invece Urologia a Mestre ha un trend molto negativo perchè spende il 31 per cento in più e aumenta solo del 12 per cento il numero di pazienti seguiti dalla struttura. Così come Otorinolaringoiatria che spende il 40 per cento in più nel 2023 rispetto al 2022 ma ha un incremento solo del 18 per cento di prestazioni. 


IL TASSO DI ATTRAZIONE
Ma per avere un dato sicuro sulla qualità di un reparto ospedaliero, bisogna prendere in considerazione il tasso di attrazione. Meglio funziona un reparto e più gente attira da fuori Ulss perché il passa parola è quello che conta di più. Ma da dove arrivano i pazienti che vengono a curarsi qui? Soprattutto da Friuli, Sicilia e Lombardia. 
Vengono a Mestre perché qui trovano i migliori cardiochirurghi, cardiologi, oculisti, chirurghi e neurologi. E, a ben guardare, si tratta di reparti che hanno una storia legata a grandi medici dell’Umberto I, così Oculistica con Rama, Chirurgia con Zotti, cardiochirurgia con Zussa, Cardiologia con Piccolo. 


Ecco dunque la classifica dei migliori e occhio che, quando si dice migliori, significa che i nostri medici restano in vetta anche se confrontati con Padova e Verona che sono cliniche universitarie. E diciamo pure che l’ospedale di Mestre è l’unico nel Veneto che compete, da non universitario, con Padova e Verona. 


I PIU’ ATTRATTIVI
Dunque, Cardiochirurgia di Mestre attrae il 28,6 per cento di pazienti da fuori Ulss, Chirurgia maxillo-facciale il 30,2 (primario il dott. Michele Franzinelli), Chirurgia toracica a Mestre il 35,6 (primario dott. Cristiano Breda), Ematologia a Mestre il 38,1 (primario prof. Renato Bassan), Neurochirurgia a Mestre il 36,6 (primario il dott. Luca Basaldella), Oculistica a Mestre il 42,5 e Oculistica a Venezia il 79,8 per cento. La performance strepitosa di Oculistica a Venezia (primario la dott. Antonella Franch) si spiega con il fatto che tra Mestre e Venezia si è deciso di comune accordo di “specializzare” il Centro storico in trapianto delle cornee, che attira pazienti da tutta Italia, mentre Mestre (primario il dott. Emiliano Rapizzi) fa tutto il resto, con una attenzione particolare alla retina. In Oculistica – ma vale per tutto il Veneto – si registrano liste di attesa molto lunghe per la cataratta. Qui nel 2023 ne sono state fatte 7.884 cataratte. Insomma i due reparti di Oculistica funzionano benissimo e continuano quindi la grande tradizione del prof. Giovanni Rama. Anche Ematologia attira molto perché si è specializzata nei trapianti e quindi anche in questo caso attrae molti pazienti da fuori Ulss. 
Funziona alla grande anche la “breast unit” ovvero la chirurgia del seno (primario il dott. Guido Papaccio) che ha un alto numero di interventi a fronte di una recidiva bassissima. A 120 giorni da un intervento conservativo per tumore maligno alla mammella, la “breast unit” di Mestre ha una incidenza del 2,74 per cento contro il 4,12 di Mirano e l’11,28 di Chioggia. Nessun ospedale del Veneto fa meglio di Mestre.
Non basta. Esauriti i primi posti non è che gli altri reparti siano fuori podio. 
Per quanto riguarda il tumore maligno al polmone, ad esempio, la mortalità a 30 giorni dopo l’intervento chirurgico è dello 0,49 per cento a Mestre, vicino allo zero, quindi, prima in assoluto fra gli ospedali veneti. Lo stesso per quanto riguarda il tumore maligno al colon, Mestre ha una mortalità a 30 giorni dell’ 1,32 per cento. Solo Chioggia fa meglio (0.92) mentre Venezia è a 1,92, Dolo a 10.43 e Mirano a 11,74. 
Veniamo a ginecologia-ostetricia. Il dato che viene misurato è quello dei parti cesarei. Il record di parti cesarei, nonostante tutte le raccomandazioni contrarie dell’Organizzazione mondiale della sanità, spetta all’ospedale di Chioggia che fa 31,05 parti cesarei ogni 100 contro i 14 di Mestre e Venezia, seguita a ruota da Mirano con un tasso del 23,07 per cento. In ogni caso decisamente troppi sia a Chioggia che a Mirano e andrebbe controllato se la spiegazioone sta nei rimborsi che dà la Regione per ogni cesareo o se effettivamente a Chioggia e Mirano c’è una concentrazione di donne con parto a rischio. 
Per la frattura del collo del femore, l’ospedale di Chioggia è quello che riesce ad intervenire entro le 48 ore con un intervento chirurgico ((74,01) seguito da Venezia (69,13), da Mestre (55.76), e Dolo, il peggiore, con un tasso di 41,64 e vuol dire che non riesce ad operarne nemmeno la metà entro le 48 ore.


INTERVENTI CHIRURGICI
Detto tutto questo, bisogna aggiungere che fra i miracoli va segnalato l’aumento degli interventi chirurgici all’Angelo a fronte di un reparto di Anestesia e rianimazione che continua ad essere sottodimensionato con i suoi 16 posti letto più gli 8 in terapia intensiva cardicochirurgica a fronte dei 40 posti letto di Treviso, tanto per fare un paragone. Anestesisti e rianimatori sono più indispensabili dell’acqua in un ospedale, ma è una delle professioni che non vuole fare più nessuno, putroppo, perchè per ogni vita che non riesci a salvare c’è in agguato una causa. Penale e civile. Che costa soldi, tempo e avvelena la vita. 
 

Ultimo aggiornamento: 17:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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