I misteri dell'omicidio di Venezia. Il movente della faida per droga e il secondo colpo di fucile: si sarebbe inceppato, salvo l'amico di Khalil

Martedì 28 Novembre 2023 di Davide Tamiello
I misteri dell'omicidio di Venezia. Il movente della faida per droga e il secondo colpo di fucile: si sarebbe inceppato, salvo l'amico di Khalil

VENEZIA - Il nodo è il movente. Perché un omicidio così, brutale e plateale, a Venezia non lo si vedeva da tempo. Un'esecuzione in piena regola che ha ricordato i tempi più bui della mala di laguna. Nel 1990 i fratelli Massimo e Maurizio Rizzi, che miravano a impadronirsi del Tronchetto in mano al gruppo dei Mestrini, avevano ucciso in un modo molto simile Giancarlo Millo, detto "il Marziano". Gli avevano sparato mentre stava mangiando in una trattoria alle Guglie, a pochi metri di distanza da dove il 33enne Raffaele Marconi, sabato sera, ha freddato a colpi di fucile il 25enne tunisino Khalil Mallat.

Il movente

Che cosa ha spinto Marconi, trasportatore a Venezia padre di due figli, a spingersi così oltre il limite? A esplodere dei colpi calibro 12 senza curarsi neppure di coprirsi il volto? Inquirenti e investigatori stanno lavorando su più piste ma, in questo momento, quella su cui si stanno concentrando è quella del mercato della droga.

L'ipotesi è, infatti, che possa essersi trattato di una lite per il controllo del territorio. Uno scontro degenerato in un climax ascendente di violenze: prima la zuffa, da cui Marconi era uscito con una ferita d'arma da taglio al volto, e poi la vendetta consumata all'interno di quel bar, Halal Food, a due passi dal ponte delle Guglie. L'altra ipotesi è quella "passionale": Mallat e il connazionale avrebbero fatto una serie di apprezzamenti non tanto velati sulla moglie del 33enne veneziano che a quel punto avrebbe reagito. Una ricostruzione a cui, però, gli investigatori non crederebbero granché: una reazione del genere sembrerebbe troppo sproporzionata. Anche un debito di spaccio sembrerebbe debole come movente, per questa ragione le indagini si starebbero concentrando più su un'ipotetica faida territoriale. Ben inteso: si starebbe parlando comunque di affari non particolarmente rilevanti. Marconi sarebbe assolutamente sconosciuto ai giri della malavita veneziana mentre Mallat alle spalle aveva solo qualche piccolo (quasi insignificante) precedente per spaccio. L'epilogo spropositato avvalorerebbe la tesi dello scontro tra dei potenziali neofiti del settore.

L'INTERROGATORIO

Questa mattina Marconi verrà interrogato dal gip Luca Marini. Ieri, l'avvocata Stefania Pattarello ha rinunciato all'incarico ed è stata sostituita da un nuovo legale, Renato Alberini. È altamente probabile, visto il cambio di difesa all'ultimo minuto, che il 33enne, quindi, di fronte al giudice oggi si avvalga della facoltà di non rispondere. Il 33enne non fornirà neppure delle dichiarazioni spontanee. Ci vorrà del tempo per cercare di costruire una linea difensiva adeguata a un fatto tanto grave e, in questo momento, qualunque dichiarazione finirebbe inevitabilmente per compromettere i passi futuri.
La compagna della vittima, la 22enne veneziana diventata madre solo pochi giorni fa, il 23 novembre, si costituirà parte civile nel processo assistita dall'avvocato Giorgio Pietramala. «È molto provata e, chiaramente, sotto choc per l'accaduto», spiega il legale. Il giovane tunisino, infatti, quella sera pare fosse uscito con un amico per festeggiare la nascita del figlio.

L'ARMA

Uno degli elementi su cui si stanno concentrando le indagini è l'arma del delitto. Un fucile da caccia a canne mozze con il calcio tagliato e la matricola abrasa. Non esiste un motivo particolare per elaborare così un'arma se non per renderla più letale e più facile da nascondere: in questo modo, infatti, un fucile viene ridotto alle dimensioni di una pistola. La classica "lupara" siciliana. La matricola abrasa, invece, lo rende automaticamente un fucile non riconoscibile e quindi illegale. Sull'arma, sicuramente, verrà disposta una perizia. Così come si farà sui cellulari per capire movimenti, spostamenti ed eventuali collegamenti tra vittima e carnefice. Secondo i carabinieri, infatti, i due si conoscevano anche prima: i militari, quindi, sono intenzionati ad approfondire proprio questo eventuale legame per trovare il bandolo della matassa di questa vicenda.
L'altro fattore che potrebbe rivelarsi decisivo è chi, a quell'aggressione, è riuscito a sopravvivere. Il connazionale di Mallat scappato all'agguato solo per uno scherzo del destino. Pare, ma anche questo dovrà essere accertato nel corso delle prossime indagini, che Marconi lo avesse rincorso con l'intenzione di sparare anche a lui ma che il fucile si sia inceppato. I carabinieri, infatti, smentiscono che sia esploso un secondo colpo.
Gli investigatori ieri sono riusciti a individuare il secondo uomo che, ora, verrà sentito. La sua ricostruzione dei fatti potrebbe dare una ulteriore versione, un tassello prezioso nel mosaico degli inquirenti.

Ultimo aggiornamento: 29 Novembre, 10:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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