Sanitari non vaccinati, metà lavora a Nordest. Sono 22.266 gli operatori senza neppure una dose

Mercoledì 23 Giugno 2021 di Angela Pederiva
Sanitari non vaccinati metà lavora a Nordest. Sono 22.266 gli operatori senza neppure una dose
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La metà dei sanitari italiani non vaccinati si trova a Nordest. Il perimetro dell'area va inteso nell'accezione allargata dell'Istat, quindi oltre i confini del Triveneto, ma tant'è: secondo la rilevazione della struttura commissariale, guidata da Francesco Paolo Figliuolo, in Friuli Venezia Giulia, in Trentino e in Emilia Romagna stanno 22.266 dei 45.753 operatori che alle 16 del 18 giugno non avevano ricevuto nessuna iniezione. Nei loro confronti ora scatteranno le procedure di sospensione, che non riguarderanno invece il Veneto e l'Alto Adige, dove sono stati azzerati gli elenchi degli inadempienti e restano da completare solo le seconde dosi.


L'INTERPRETAZIONE
In particolare in queste ore la questione è all'esame degli Ordini provinciali dei medici chirurghi e degli odontoiatri, dopo che la loro Federazione a livello nazionale aveva chiesto al ministero della Salute «l'esatta interpretazione degli obblighi normativi scaturenti dalle disposizioni» contenute nel decreto, poi convertito in legge. Il presidente Filippo Anelli ha così diramato la nota con cui il direttore generale delle professioni sanitarie Rossana Ugenti «ha definitivamente chiarito la natura della sospensione dall'esercizio professionale dei professionisti che non ottemperino all'obbligo vaccinale e i conseguenti provvedimenti che gli Ordini devono adottare». L'accertamento della mancata osservanza compete all'azienda sanitaria, che ne trasmette l'esito all'interessato, al datore di lavoro e all'Ordine professionale, al quale spetta la comunicazione della sospensione fino all'assolvimento della prescrizione o comunque non oltre il 31 dicembre.
I trasgressori possono presentare ricorso al Tar entro 60 giorni dalla notifica della sanzione, comminabile adesso che finisce la fase di interlocuzione con le Ulss.

Sottolinea il veneziano Giovanni Leoni, vicepresidente della Fnomceo: «È stata svolta una manovra a tenaglia, tra sensibilizzazione sulla campagna vaccinale e avvertimento sulle conseguenze disciplinari. Dispiace constatare che non per tutti i colleghi sia stato sufficiente considerare il valore etico dell'immunizzazione, peraltro sostenuto da evidenze scientifiche contenute in studi liberamente consultabili. Ad ogni modo in Veneto è stato raggiunto un risultato molto importante».


I DATI
In questa regione, infatti, su 151.803 sanitari, il 100% ha avuto almeno una dose: 151.690 la prima e 113 l'unica. Questi ultimi, sommati ai 134.851 che hanno ottenuto il richiamo, portano a 134.964 (88,91%) le unità di personale che possono considerarsi già immunizzate. Molto diversa è invece la situazione del Friuli Venezia Giulia, dove 5.671 sanitari (e cioè l'11,91%, la percentuale più alta d'Italia) aspettano ancora una somministrazione, tanto che su 47.625 operatori, quelli completamente vaccinati sono solo l'80,05%.
Non a caso in queste settimane i vertici sindacali come Valtiero Fregonese (Anaao Fvg) e Alberto Peratoner (Aaroi Emac) sono stati bersaglio sui social di pesanti attacchi da parte di esponenti del mondo no vax, i quali li accusavano di essere «nazisti» nel sostenere la necessità della vaccinazione tra i camici bianchi. Solidarietà nei loro confronti è stata espressa dai sindacati e dagli Ordini e ieri sul piazzale dell'ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine si è tenuta una manifestazione a supporto della campagna.
Scrive il padovano Guido Rasi, consigliere del commissario Figliuolo, nel suo nuovo libro Generazione V - Virus, vaccini e varianti (Paesi Edizioni): «È un problema di non poco conto quello verificatosi nel nostro Paese che ha riguardato migliaia di camici bianchi no vax, che si sono fatti scudo proprio del clima generale di comunicazione claudicante e confusa per manifestare insofferenza alle regole e tenere comportamenti indebiti». Antonio De Palma, segretario nazionale del sindacato degli infermieri Nursing Up, ricorda però che tra i 45.753 inadempienti ci sono però anche «coloro che sono impossibilitati a ricevere la vaccinazione a causa di motivi di salute».

Ultimo aggiornamento: 15:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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