Mose. Alle imprese tagliano i crediti, ma all'avvocato del Consorzio Venezia Nuova è già arrivato un anticipo di 277mila euro

Martedì 1 Giugno 2021
Mose. Alle imprese tagliano i crediti, ma all'avvocato del Consorzio Venezia Nuova è già arrivato un anticipo di 277mila euro
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VENEZIA - Lo studio Ambrosini, quello che sta affiancando il liquidatore del Mose, Massimo Miani, è già stato pagato. O meglio ha ricevuto un anticipo per le sue consulenze legali di 277mila euro. La notizia è stata data da Report, la trasmissione di Rai 3 che ieri sera ha dedicato un nuovo servizio al Mose, destinato a riaccendere le polemiche sulle consulenze e i loro costi in un momento delicatissimo, con le imprese che non prendono un euro da mesi e sui cui ora pende la procedura di ristrutturazione del debito avviata dal liquidatore. Proprio l'avvocato Ambrosini ha firmato le lettere recapitate agli oltre 400 creditori del Cvn, cui si prospetta un taglio tra il 60 e il 70 dei rispettivi crediti.

Il suo studio, però, ha già incassato l'anticipo di 277mila euro - come ha rivelato Report - per seguire 17 cause, oltre alla ristrutturazione del debito. Partite per cui il Consorzio avrebbe calcolato di spendere tra i 5 e i 6 milioni, questa la stima che si fa tra le imprese, preoccupate ora anche dall'attrattiva che una simile torta di parcelle potrebbe generare, distogliendo dalla ricerca di una soluzione di mediazione.


I CANTIERI FERMI

Tornando a Report, la puntata di ieri ha offerto un quadro impietoso degli attuali paradossi del Mose. A partire dal dramma della Basilica di San Marco, ancora indifesa. Fino a quello dei cantieri alle bocche di porto, desolatamente fermi, con gli impianti incompiuti. Il giornalista Luca Chiaca, che già in passato era stato in visita al Mose, ha documentato lo stato dei lavori in due diversi sopralluoghi. Il primo, quello ufficiale, limitato all'isola artificiale, secondo le rigide indicazioni del Cvn: nessuna possibilità di vedere gli impianti, né di parlare con l'ingegnere responsabile che accompagnava silenzioso. Qualche giorno dopo, però, Chiaca è tornato nei cantieri: al Lido e a Chioggia. Stavolta con un Cicerone anonimo, un addetto dalla voce camuffata, che ha raccontato dello stallo dei lavori, delle opere ancora da completare: dal generatore non collegato, alla passerella a metà. Il programma ha mostrato anche i primi video girati dai sub della Finanza per conto della Procura contabile che sta indagando sui danni della corrosione.


I PROTAGONISTI

Il giornalista ha cercato di intervistare anche i protagonisti della governance del Mose, tanto numerosa quando litigiosa. «Se ognuno va per conto proprio chiaramente la situazione non può che degenerare» ha ammesso il provveditore Cinzia Zincone. Miani ha concesso solo poche battute: tutto «è fermo perché ci sono dei problemi» che «arrivano da prima che arrivassi io. Sono arrivato 5 mesi fa e ho trovato una situazione molto complicata». Quanto al commissario Elisabetta Spitz, come anticipato già una settimana fa, ha difeso il suo consulente Francesco Ossola e il suo compenso, generando una polemica a distanza con Zincone. Ieri il conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, ha puntualizzato da studio: «Spitz non dice il vero», il tetto per il compenso di Ossola è di 150mila euro contro i 15mila dei consulenti del Provveditorato. (r. br.)

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Ultimo aggiornamento: 08:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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