Mirano. Maestra accusata di maltrattamenti in asilo, la difesa: «Il bimbo che dormiva sotto al tavolo? Non voleva il letto»

Venerdì 11 Novembre 2022 di Nicola Munaro
Mirano. Maltrattamenti in asilo, la difesa: «Il bimbo che dormiva sotto al tavolo? Non voleva il letto»

MIRANO - Prima ancora che si prendesse in considerazione la possibilità di decidere il destino giudiziario di Elisa Barbara Stella - padovana ma residente a Mirano, già direttrice e insegnante dell'asilo Hoplà Iuhu e accusata di aver «maltrattato» i bambini della sua classe - la difesa della maestra d'asilo ha giocato la propria mossa.

Lo ha fatto depositando sul tavolo del giudice dell'udienza preliminare di Trento sei verbali in cui sono racchiuse altrettante testimonianze di genitori e maestre che ribattono alle accuse della procura, contestualizzano i fatti perno del fascicolo e spiegano come il comportamento della direttrice sia sempre stato ineccepibile. Racconti, come spiega a fine udienza l'avvocato Tommaso Politi, legale della direttrice, fatti da genitori di bambini che erano nella classe al centro delle indagini e che ancora frequentano l'Hoplà Iuhu, così come da maestre del centro.

LA PROSPETTIVA

Nelle sei memorie di ieri, che fanno salire a quattordici i verbali di indagini difensive prodotti, c'è una ricostruzione diametralmente opposta a quella della procura di Trento. A detta della difesa alcuni episodi sarebbero stati stravolti in maniera involontaria dai dei genitori. Su tutti il caso - riportato nel capo d'imputazione - di un bambino messo a dormire sotto il tavolo: è la madre a raccontare che lui non voleva la stanza della nanna e che in quel periodo si addormentava dove preferiva. Per la difesa sono episodi che, se decontestualizzati, mostrano una realtà che non è. Così come il time out (una «punizione per i bimbi disobbedienti che venivano seduti sopra un banco in attesa del ravvedimento e delle scuse per quanto fatto», scrive il pm) era deciso di concerto con alcuni genitori.

L'ACCUSA

«Si tratta di verbali che non scalfiscono assolutamente il quadro accusatorio - replica l'avvocato Graziano Stocco, legale di parte civile - La denuncia nasce da due maestre che non condividevano quei metodi e poi è stata ribadita da altri cinque che in alcuni casi non si conoscevano e l'hanno fatta in momenti distinti». Strattonamenti e prese per il collo. Urla, punizioni e il mandato di dare poco da bere per evitare continui cambi di pannolino. Poi l'invito alle colleghe insegnanti di comportarsi allo stesso modo. E per i genitori che le chiedevano conto di quanto raccontato dai bambini, aveva «una versione preconfezionata delle risposte». Per il sostituto procuratore di Trento, Marco Gallina, la direttrice Stella è responsabile di «una pluralità di condotte di violenza morale e talvolta anche fisica» nei confronti «dei propri alunni e in particolare della classe dei bimbi inferiore ai tre anni». Si torna in aula ad aprile, per discutere la richiesta di rinvio a giudizio.

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