Mestre. Si prende cura della cuginetta vent'anni più piccola: in realtà la violenta. Lui si difende: «Era consenziente». Parente-orco condannato a 7 anni

Martedì 20 Giugno 2023 di Nicola Munaro
Si prende cura della cuginetta vent'anni più piccola: in realtà la violenta. Parente-orco condannato a 7 anni

MESTRE - Sono cugini alla lontana, con vent’anni di distanza l’uno dall’altra. Lui che spesso si prendeva cura di lei quando i genitori dei lei si assentavano.  Lui che diventa l’aguzzino. Lei che diventa la vittima. Lui ieri è stato condannato a 7 anni di reclusione dal giudice dell’udienza preliminare di Venezia, Maria Rosa Barbieri, per violenza sessuale aggravata nei confronti della sua cuginetta, che all’epoca dei fatti era adolescente e minorenne.

IL PROCESSO

Per l’uomo il pubblico ministero Giorgio Gava aveva chiesto una condanna a 6 anni e 7 mesi. Una richiesta considerata troppo leggera dal gup che ha respinto la tesi della difesa, secondo la quale la ragazzina sarebbe stata consenziente. 
La giudice - considerando anche il profilo della vittima, affetta da un leggero ritardo psichico - ha quindi deciso per la condanna più grave rispetto alla proposta di pena avanzata dalla procura: 7 anni, quindi, già ridotti di un terzo sul massimale della pena per effetto del rito abbreviato con il quale l’uomo ha scelto di essere giudicato.

LA SCOPERTA

La vicenda, che risale a qualche anno fa ed è successa in un comune del territorio della Città Metropolitana (essere vaghi è necessario per non rendere riconoscibile la vittima del reato) è venuta a galla dopo qualche mese di frequentazione tra i due cugini.
Sono stati i genitori della ragazzina - minorenne - a scoprire quanto lei stava vivendo.
L’attenzione dei genitori era stata attirata da uno scambio di messaggi che la loro figlia stava intrattenendo con quel cugino più grande di lei.
Nello scambio via WhatsApp i due cugini tenevano toni molto simili a quelli di una chat a sfondo sessuale.
Un particolare che aveva spinto i genitori della ragazzina a indagare più a fondo chiedendo alla loro figlia cosa volessero dire quei messaggi.
Le risposte della minorenne avevano dato l’esatta dimensione della cosa, aprendo il baratro dell’orrore per i genitori.

L’INCHIESTA

La sua testimonianza era diventata in fretta il perno di un’indagine aperta in procura a Venezia dal sostituto Gava. 
Gli investigatori avevano risentito la ragazzina con l’aiuto di una psicologa e il sospetto dei genitori è stato cristallizzato negli atti d’indagine.
La procura ha anche acquisito le chat tra la giovanissima e il cugino più grande di vent’anni, riproponendole poi nel capo d’imputazione con il quale aveva chiesto la condanna.
Dal canto suo l’uomo aveva sempre respinto ogni tipo di contestazione spiegando come il rapporto con la cugina fosse stato consenziente e non ci fosse stato nessun tipo di costrizione né di obbligo da parte sua.
Tesi che non è riuscita a trovare nessun appiglio nel giudice dell’udienza preliminare, lì dove ieri si è chiusa una vicenda che ha spezzato una famiglia intera.

Ultimo aggiornamento: 07:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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