Mestre. L'edificio ex Poste potrà essere demolito: il progetto da 80milioni di euro per due torri con uffici e alberghi

Mercoledì 23 Agosto 2023 di Elisio Trevisan
L'edificio ex Poste potrà essere demolito: il progetto da 80milioni di euro per due torri con uffici e alberghi

MESTRE - Comune e Ferrovie stimano che i 75 milioni di spesa, da parte delle Fs, per realizzare la nuova stazione di Mestre creeranno investimenti indotti, privati, per circa 350 milioni di euro.

Alle due estremità della piastra che unirà Mestre e Marghera sorgeranno edifici per residenza e attività economiche e professionali che daranno vita a un nuovo quartiere cittadino a cavallo della stazione. Per consentire a tutti i privati coinvolti, e a quelli che potranno arrivare prima che la nuova stazione sia pronta, di investire e realizzare i loro progetti, l'Amministrazione Brugnaro terrà un altro consiglio comunale nelle prossime settimane: l'obiettivo è quello di togliere, d'accordo con la Regione, il vincolo architettonico all'edificio ex Poste a fianco della stazione e consentire quindi di ristrutturarlo o anche demolirlo per costruirci qualcos'altro ex novo. Per le lungaggini e gli ostacoli burocratici, l'ex proprietà di quel palazzo era fallita, e il nuovo proprietario, che nel 2016 aveva acquistato l'ipoteca dalla banca, a luglio del 2019, a ridosso della firma del primo accordo di programma per rifare la stazione, aveva annunciato di voler abbandonare il progetto da 80 milioni di euro per costruire due torri per uffici e alberghi unite da una piastra commerciale che avrebbe voluto inaugurare proprio per il 2019.

I RITARDI

A causa dei ritardi nella concessione dei permessi a costruire, dell'indisponibilità delle Ferrovie a cedergli due piccoli terreni ai lati dell'ex Poste e del vincolo sull'edificio, considerato un raro esempio rimanente della corrente architettonica del "brutalismo" nata negli anni Cinquanta del Novecento, l'imprenditore tedesco Michel Kluge, costruttore dell'ostello AO di via Ca' Marcello e fondatore dell'omonimo Gruppo che nel 2017 ha venduto a un fondo americano per 320 milioni, decise appunto di abbandonare l'operazione. Ora, con l'eliminazione del vincolo, si creano nuovamente le opportunità per investire, e chissà se Kluge deciderà di tornare ad essere della partita o se interverrà qualche altro privato in grado di superare anche l'altro ostacolo che si era presentato nel 2019 quando le Ferrovie, diventate proprietarie dei due piccoli appezzamenti ai lati del palazzo ex Poste, avevano deciso di venderli con un bando mettendo in concorrenza più investitori per ricavare il massimo guadagno, ma avevano bisogno che Kluge spostasse la sua proprietà di lato per riunire i due lotti, altrimenti singolarmente sono troppo piccoli.
Sul lato sud della stazione, vale a dire a Marghera, è in attesa di partire l'altro grosso progetto urbanistico, quello del gruppo Salini Impregilo-Cediv Spa seguiti dal team di progettisti composto da Grimshaw Londra, H&A Venezia e Tecnic Roma.

L'INTERVENTO

Un intervento da 100 milioni di euro su un'area di oltre 3 ettari tra via Ulloa, dove "atterrerà" la piastra ciclopedonale, via Paolucci, la Cita e la bretella della Carbonifera che, nelle ultime versioni dopo vari ripensamenti, prevede due torri per residenza, uffici e studentato, oltre a 6 mila metri quadrati di attività commerciali, un parcheggio multipiano per i veicoli provenienti dalla bretella autostradale e collegato a percorsi pedonali e ciclabili verso la stazione ferroviaria e l'abitato di Marghera, e infine, aspetto più importante per la collettività, tre ettari di parco pubblico.

Ultimo aggiornamento: 24 Agosto, 10:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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