Mestre. Le case Ater diventano un "fortino", recintate contro il rischio di abusivi. La rabbia dei residenti: «Siamo in gabbia»

Mercoledì 27 Settembre 2023 di Giulia Zennaro
Mestre. Le case Ater diventano un "fortino": recintate contro il rischio di abusivi

MESTRE - Il piano è ambizioso: ristrutturare e rimettere su un mercato un vero tesoro immobiliare, circa 80 appartamenti di proprietà di Ater Venezia, dislocati nelle vie del quartiere Piave, una zona un tempo popolata e di prestigio e ora afflitta dai ben noti problemi di degrado ma che conserva ancora l'antica bellezza. Ieri mattina il prefetto Michele Di Bari ha effettuato un sopralluogo in alcuni appartamenti in via Cavalieri di Vittorio Veneto, accompagnato dai vertici Ater, per illustrare il progetto che punta a rimettere a nuovo 80 immobili, risalenti agli anni 20, per poi rimetterli in parte sul mercato privato e in parte destinarli all'edilizia popolare.

IL PROGRAMMA

Fabio Nordio, presidente Ater, illustra i prossimi passi: «la prima fase è mettere in sicurezza gli alloggi, allarmandoli, sprangando gli accessi e recintandoli, in modo che non diventino preda di malintenzionati. La seconda fase sarà cercare di trovare finanziamenti per gli alloggi che non fanno parte dell'edilizia residenziale pubblica (Erp) ma sono di altra categoria e quindi non beneficiano dei finanziamenti previsti e non entrano nelle graduatorie pubbliche. Abbiamo stimato un investimento necessario di circa quattro milioni di euro: pensiamo di vendere a privati alcune abitazioni per avere i soldi per ristrutturarne altre. Avvieremo anche convenzioni con associazioni e società che, in cambio della ristrutturazione, potranno riscuotere per un periodo gli affitti».
Il tema dell'edilizia popolare è delicato, in un periodo in cui il caro casa si fa sentire: «Io faccio parte anche della giunta nazionale di Federcasa, che raggruppa tutte le Ater italiane - continua Nordio - sto ragionando insieme al ministero delle Infrastrutture su nuovo ambizioso piano casa, l'ultimo risaliva addirittura all'epoca Fanfani. Metteremo a disposizione di tutte le ater italiane fondi per ristrutturare alloggi pubblici: in Italia si contano più di 800mila alloggi di edilizia popolare e tre milioni inquilini a cui dare risposta. I tempi non saranno lunghi, appena avremo contezza del numero di alloggi sfitti e del fabbisogno per sistemarli lavoreremo a questo piano».
Roberta Carrer, direttore generale Ater, sottolinea l'importanza di riconsegnare un patrimonio immobiliare di 80 appartamenti alla città: «Prevediamo che circa 300 persone potranno tornare ad abitare queste case, che si sono svuotate in seguito all'invecchiamento della popolazione e al progressivo degrado della zona.

Restituirle a persone inserite nel contesto cittadino significa togliere i malintenzionati dalle strade». Si dice soddisfatto il prefetto Di Bari: «Ringrazio Ater che si sta spendendo per raggiungere un corretto utilizzo di queste abitazioni, inserite tra l'altro in una zona straordinariamente bella e strategica di Mestre, a un passo dalla stazione e dal centro. Fa male vedere abitazioni come queste sfitte e in preda al degrado: per questo è importante agire per mettere in sicurezza gli immobili».

LA PROTESTA

Proprio le recinzioni disposte da Ater intorno ad alcune case hanno fatto infuriare gli abitanti di via Duca D'Aosta, poco distante dalla zona interessata dal sopralluogo del prefetto, che se le sono viste spuntare dalla sera alla mattina. «Ci sentiamo in gabbia - lamentano i residenti - In questa via solo uno stabile è abbandonato e preda dei tossici che vanno a bucarsi, ma hanno recintato anche tutte le altre case intorno, che sono abitate. Una inquilina stamattina ha aperto gli scuri e si è trovata le sbarre davanti a casa. Avevamo segnalato al sindaco e ad Ater il problema degli sconfinamenti ma la soluzione non può essere recintare tutta la via. Anche perché, per come sono messe le grate, se uno vuole scavalcare lo fa comunque. I tossici sono liberi di entrare nei giardini e bucarsi sotto casa nostra e noi dobbiamo essere chiusi dentro una gabbia? Non ci stiamo. Scriveremo al prefetto e, se le grate non scompariranno, le rimuoveremo noi». Un tecnico Ater interpellato dai residenti spiega che «abbiamo agito tempestivamente, rispondendo alle segnalazioni degli inquilini. Metteremo altre grate a protezione delle zone sfitte per evitare che si possano comunque scavalcare».

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