MESTRE - A marzo gli agenti della Squadra Mobile gli avevano trovato in casa 3 chili e mezzo di eroina, già suddivisa in panetti pronti per la vendita.
Il processo
Il processo si è celebrato davanti al giudice per l’udienza preliminare di Venezia, Benedetta Vitolo, con il rito abbreviato, che prevede già lo sconto di un terzo della pena. L’uomo era stato arrestato a marzo dalla Mobile, dopo un controllo in borghese in via Piave. Addosso gli avevano trovato due panetti di droga. Era seguito il sopralluogo nell’abitazione dell’uomo, ritenuto fino ad allora un insospettabile, dove invece era stato trovato un piccolo magazzino-laboratorio: con tanto di pressa per confezionare gli stupefacenti e una quantità totale di quasi 3 chili e mezzo di eroina, suddivisa in 15 panetti. Di qui l’arresto per detenzione a fini di spaccio. Le successive analisi tossicologiche avevano evidenziato il bassissimo principio attivo contenuto in quella droga. E puntando su questo aspetto il suo difensori, gli avvocati Mauro Serpico e Francesco Liviero, avevano ottenuto la modifica della misura cautelare, dal carcere agli arresti domiciliari.
Il basso principio attivo è stato al centro anche della discussione di ieri: su 3 chili e mezzo di sostanza sequestrata, di appena 28 grammi. Per i difensori una composizione sufficiente ad applicare la lieve entità. Opposta l’interpretazione della Procura, a fronte di una quantità tanto consistente di eroina che sarebbe comunque finita nel mercato. Il giudice, alla fine, ha riconosciuto la lieve entità, applicando però il massimo della pena. Per questo anche la difesa impugnerà la sentenza, così come la Procura che contesta, invece, proprio la lieve entità. Insomma se ne riparlerà in Appello.