Venezia. Yacht utilizzati come camere di hotel di lusso: ma non hanno l'autorizzazione e scaricano in laguna. Condanne fino a 8 mesi

Martedì 4 Luglio 2023 di Gianluca Amadori
Yacht utilizzati come camere di hotel di lusso: ma non hanno l'autorizzazione e scaricano in laguna. Condanne fino a 8 mesi

VENEZIA - Quattordici richieste di condanna per gli yacht che, attraccati alla darsena Marina di Sant'Elena fino al 2019, secondo la Procura di Venezia venivano utilizzati come vere e proprie stanze d'albergo in assenza di autorizzazione, scaricando i reflui direttamente in acqua, con conseguente inquinamento della laguna.
Il sostituto procuratore Giorgio Gava ha concluso ieri la sua requisitoria, sollecitando pene che vanno da 3mila euro di ammenda a 8 mesi di arresto per i 13 imputati, a seconda delle posizioni processuali. Per la società Mec srl, gestore della darsena, chiamata in causa ai sensi della legge sulla responsabilità penale delle aziende, la pubblica accusa ha chiesto la condanna ad una sanzione pecuniaria di 36mila euro.
Il prossimo 2 ottobre si svolgeranno le arringhe delle difese, impegnate a dimostrare l'insussistenza delle imputazioni contestate.

I reati formulati sono sia di tipo edilizio che ambientale e paesaggistico: alcuni si sono già prescritti durante il processo, gli altri saranno coperti da prescrizione il prossimo anno.

LE RICHIESTE

Queste le richieste di condanna: 8 mesi di arresto e 36 mila euro di ammenda per la trevigiana Camilla Cecchini, 27 anni, residente a Mogliano Veneto, della Mec ed Enrico Sicuro, 44 anni, di Mogliano Veneto (con l'imbarcazione "Lieyan Princess"); sette mesi di arresto e 36 mila euro di ammenda per Marina Rossi, 66 anni, di Mogliano Veneto ("Lieyan Princess"); sei mesi di arresto e 36mila euro di ammenda per i bergamaschi Angelo Giuseppe Sporchia, 67 anni, Federica Sporchia, 33 anni, Vito Santoro, 62 anni, Anna Stella Canistro, 60 anni, ("Absolut") e Nicola D'Amore, 35 anni, di Bari ("Just Holidays"); quattro mesi di arresto e 36mila euro di ammenda per Matteo Groppo, 29 anni, di Carpenedo ("Freedom"); tremila euro di ammenda per Eros Scarpa, 61 anni, di Favaro Veneto, Lorella Fabro, 61 anni, Mestre, Enrico Silvestri, 30 anni, Favaro e Beatrice Scarpa, 32 anni, Favaro ("Ben").
Contestualmente alla condanna la procura ha chiesto che il giudice ordini la rimozione delle unità navali dalle darsene nelle quali si sono concretizzati gli illeciti edilizi e ambientali, se non già rimosse. Procedura che nelle intenzioni dovrebbe essere equivalente alla "demolizione" disposta nel caso di immobili ritenuti abusivi.

L'INCHIESTA

L'indagine condotta da carabinieri e guardia di finanza era partita da alcuni degli annunci su Booking, nei quali venivano messi a disposizione una serie di yacht come stanze d'albergo galleggianti. Secondo gli inquirenti, però, era necessaria una autorizzazione edilizia per trasformare un'imbarcazione in un'attività ricettiva con finalità turistiche, autorizzazione che non era stata richiesta né rilasciata. Per la procura, insomma, si tratta di attività completamente abusiva. Il secondo profilo di presunta illiceità riguarda il danno ambientale: i clienti, infatti, utilizzavano i servizi igienici di bordo scaricando le acque reflue direttamente in laguna.
Nel luglio del 2019 la darsena Marina di Sant'Elena finì sotto sequestro, provvedimento che fu revocato nel successivo mese di settembre quando la struttura dimostrò di essersi messa in regola per quanto riguarda i reflui delle imbarcazioni, avendo messo in opera un impianto mobile per la raccolta.
In autunno spetterà alla giudice Sonia Bello stabilire se sono stati commessi reati.

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