MESTRE - Il primo container con 11 tonnellate di prodotto è partito la settimana scorsa con destinazione Miami, in Florida.
LAVORO DI GRUPPO
C'è voluto un anno di lavoro per realizzare il progetto "Blueat - La Pescheria sostenibile" promosso a suo tempo da Mariscadoras, una start up al femminile di Rimini che aveva contattato alcuni produttori locali per proporre di trasformare il problema del granchio blu in una risorsa: i crostacei che devastavano le reti da pesca e facevano razzia di vongole - era la proposta - anziché essere gettati via potevano essere commercializzati. Certo, serviva un partner in grado di lavorare il prodotto, particolarmente coriaceo, e rivenderlo su scala industriale, con dimensioni quantomeno adeguate al problema della proliferazione del granchio con le grandi chele blu in grado di sbriciolare le conchiglie delle vongole.
La scelta è caduta così sull'azienda Tagliapietra, fondata nel dopoguerra a Burano e ora affidata ai figli del fondatore che hanno trasferito la produzione a Marcon, nell'immediato entroterra, a ridosso dell'autostrada A4. «Ora - spiega il titolare Daniele Tagliapietra - è partito il primo container - ma se la risposta del mercato sarà soddisfacente contiamo di spedire negli Stati Uniti un container alla settimana». Quanto alla materia prima, a fornire il prodotto da lavorare e inscatolare sono per ora le cooperative di pescatori di Goro, Scardovari e del Delta del Po in generale, dove nei giorni scorsi è stato lanciato l'allarme per i danni causati dalla voracità del granchio blu. «Adesso - aggiunge Tagliapietra - si stanno muovendo anche a Chioggia, mentre nella laguna di Venezia per ora se ne pesca poco. Forse perché nelle acque interne non ci sono grandi allevamenti di vongole: ho l'impressione che il problema dalle nostre parti sia ancora sottovalutato», nonostante pochi giorni fa il presidente veneto Luca Zaia abbia portato un esemplare di granchio blu in conferenza stampa per sollevare il problema che riguarda da vicino i vongolari dell'Adriatico.
PESCA LIBERA
Per frenare l'emergenza il ministero dell'Agricoltura ha accolto ieri la proposta dell'Alleanza cooperative pesca e acquacoltura che prevede il rilascio di un'autorizzazione straordinaria per tre mesi all'uso di «nasse/cestelli e reti da posta fissa» entro la fascia 0,3 miglia dalla costa e, ove presenti, in prossimità della foce dei fiumi. Resta invece irrisolto il problema degli indennizzi per il settore e dello smaltimento del prodotto non adatto alla vendita. Se ne parlerà lunedì prossimo in un incontro con i pescatori e acquacoltori di Goro e Comacchio, e i rispettivi sindaci per fare il punto della situazione. Una sintesi sarà affidata a un documento condiviso con Veneto e Friuli Venezia Giulia che sarà inviato al Governo.
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