Confraternite unite per "mangiarsi" il granchio blu: nuove ricette per cucinare il nemico

Lunedì 14 Agosto 2023 di Cristiano Pellizzaro
Granchio blu

TORRE DI MOSTO (VENEZIA) - Le istituzioni, a ogni livello, stanno cercando soluzioni per arginare la proliferazione del granchio blu nelle acque dell'Alto Adriatico. Quella del Callinectes sapidus sta diventando, infatti, una specie altamente invasiva che sta distruggendo il fragile ecosistema di laguna e fiumi. Nei giorni scorsi lo stesso ministro all'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, aveva accolto l'allarme degli operatori del comparto ittico che, a Chioggia, gli avevano mostrato i danni causati dal crostaceo a reti e vivai di molluschi. «Trasformiamo una criticità in un'opportunità aveva detto il ministro. Se c'è consumo e commercio c'è una filiera che si attiva naturalmente». Della stessa idea è anche l'assessore regionale al turismo e all'agricoltura Federico Caner che intervenendo a proposito del nuovo "killer" dei mari ha sottolineato quanto possa essere una soluzione valida «trasformare la pesca del granchio blu a scopo culinario: un'arma a nostra disposizione per limitare danni di settore che oggi è difficile quantificare».

Intanto, però, i pescatori e i ristoratori della Livenza lamentano la mancanza di attenzione da parte delle istituzioni, sorde alle loro grida di aiuto lanciate ormai da anni.

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Confraternite unite per mangiare il granchio blu

Proprio sabato, a Boccafossa, nel territorio di Torre di Mosto, la confraternita del Bisat del Livenza e la confraternita del Folpo di Noventa Padovana, si sono riunite per fondare la nuova confraternita del Granchio blu. Lo scopo? Incentivare la pesca e il consumo di questa specie attraverso la creazione di ricette semplici per valorizzare la pietanza. «Da 3 anni la comunità Slowfood dei pescatori e ristoratori della Livenza discute del crostaceo proveniente dal Maryland, lanciando l'allarme a tutte le istituzioni del territorio senza grandi risposte commentano dalla confraternita. Addirittura dal 2020 i ristoratori della Livenza propogono il granchio blu nella rassegna gastronomica Bisat in Tavola, che si tiene tra giugno e novembre. Lo stesso Gran Maestro della confraternita del Bisat, Felice Gazzelli, aveva pronosticato almeno 10 anni fa la decrescente presenza di bisat nel Lilvenza e di altre specie autoctone a favore di specie aliene quali il gambero della Luisiana, il granchio blu e altre, suggerendo la promozione e la sperimentazione in cucina delle stesse, spesso andando contro a molti dogmi della cucina Veneta, per essere pronti al peggio». I componenti delle due confraternite si sono quindi riuniti per una battuta di pesca al granchio blu, consegnando poi il prodotto al cuoco Alessandro Conte che lo ha preparato in varie ricette. «Siamo tutti concordi che inserire il crostaceo blu nel grande contenitore secolare della cultura gastronomica Veneta sarà un processo lungo concludono le due confraternite , e riteniamo che servono preparazioni semplici, facili e popolari». Per portare la questione anche a Bruxelles, intanto, si è attivata l'europarlamentare Rosanna Conte: «alla ripresa dei lavori del Parlamento Europeo solleciterò ricerche scientifiche che forniscano un supporto a lungo termine alle attività di pesca e acquacoltura considerato che il granchio blu rischia di cambiare non solo l'ecosistema, ma anche la nostra realtà produttiva».

Ultimo aggiornamento: 17:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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