Brugnaro e il manager "spengono" Report: «Nessun affare nascosto. Palazzi e Pili erano in vendita prima che arrivassi io, ho già chiarito tutto»

Martedì 19 Dicembre 2023 di Fulvio Fenzo
Brugnaro e il manager "spengono" Report: «Nessun affare nascosto. Palazzi e Pili erano in vendita prima che arrivassi io, ho già chiarito tutto»

VENEZIA - «Per l'ennesima volta sono chiamato a rispondere dei miei presunti conflitti di interesse.

La novità sarebbe rappresentata da un video che racconta l'attività di un primo cittadino che risponde alle domande su cosa preveda o non preveda il Prg vigente in una o più aree della città. Un'attività che ho sempre svolto personalmente con decine di potenziali investitori, nazionali ed internazionali, relativamente a tutte le occasioni di sviluppo dell'intero territorio comunale. Un'attività che faccio con orgoglio e che, a differenza delle opposizioni, ritengo un dovere per un primo cittadino».

IL VIDEO

Quel video di pochi secondi del 24 aprile 2016, mostrato domenica da "Report" su RaiTre, nel quale il sindaco mostra al magnate cinese Ching Chiat Kwong le aree dei Pili, è stato definito in trasmissione da Marco Gasparinetti, consigliere comunale di Terra e acqua, la "pistola fumante", cioè la prova dei conflitti di interesse del primo cittadino. E Luigi Brugnaro è partito proprio da quel video, con una nota ufficiale diffusa in serata, per smontare le accuse che, in giornata, sono montate come una panna dal sapore, però, sempre più acido.
«Era il 5 febbraio 2018 quando venne presentata la prima richiesta di Consiglio comunale straordinario sui Pili - ricorda dunque Brugnaro -. Risposi a tutte le domande. Poi il 5 novembre 2020 un altro Consiglio comunale straordinario sullo sviluppo dei Pili, le risposte sono state dettagliate, anche su Vanin, Lotti, Ching. C'è un verbale di 81 pagine agli atti del Consiglio, tutti disponibili online. Nuovamente, il 21 ottobre 2021, un altro Consiglio straordinario per sentire il sindaco sui suoi presunti conflitti di interesse, sempre chiesto strumentalmente dall'opposizione. Nei tre verbali dei Consigli comunali si possono trovare tutte le risposte in maniera precisa e puntuale».

I PILI E I PALAZZI

Sulla questione dei Pili, l'area acquisita nel 2005 da Brugnaro (allora solo imprenditore) attraverso la sua società Porto di Venezia, il sindaco è lapidario: «Per quanto riguarda questi terreni, in oltre otto anni della mia Amministrazione non c'è un singolo atto del Consiglio comunale o della Giunta che ne abbia modificato capacità edificatorie o destinazioni urbanistiche, vigenti già dal 1999. Il resto sono solo supposizioni e teoremi che ritengo di mera strumentalizzazione politica».
Ma Report ha puntato un faro anche sulla vendita dei due palazzi Donà e Papadopoli al magnate cinese: «Entrambi erano già nel piano delle alienazioni previsto dalle precedenti Giunte di centrosinistra e sono stati ceduti con procedure di evidenza pubblica, in piena trasparenza e legittimità. Invece che darci il merito di essere riusciti a venderli - prosegue il primo cittadino -, le opposizioni ci accusano di aver fatto ciò che loro non sono state in grado di realizzare. Del resto ciclicamente, a due anni di distanza, tornano le solite accuse, con l'obiettivo di rallentare la nostra azione amministrativa, di offendere e screditare. Da parte nostra risponderemo continuando a lavorare ogni giorno, con impegno e passione ed ancora più determinazione».

IL MANAGER DI KWONG

«Non c'è stato nessun incontro con Brugnaro al Casinò di Venezia, noi lo incontrammo solo in Comune per parlare di tante aree della città. I Pili? Se ne fece solo un cenno, come di San Giuliano. Non ce li ha offerti». Luis Lotti è il manager italiano amministratore unico di Grandeur Oxley Srl, una delle società del magnate cinese con base a Venezia. «Volevamo capire cosa si poteva fare nelle varie aree che ci interessavano - prosegue Lotti -. Claudio Vanin? In quell'incontro non c'era». Ruota dunque attorno al ruolo dell'imprenditore trevigiano intervistato da Report (e forse anche su chi ha diffuso il video di quell'incontro) la nuova bufera scatenata contro la Giunta Brugnaro. «Abbiamo denunciato Vanin per truffa dopo la sua richiesta di quasi 2,9 milioni per "progettazioni e consulenze" sui Pili» riprende il manager ricordando il decreto ingiuntivo presentato nel novembre 2022, ma poi sospeso nel marzo scorso dal Tribunale di Venezia e infine rigettato il 26 luglio in Corte d'Appello. «Noi abbiamo denunciato Vanin per truffa e ci sembra incredibile aver perfino coinvolto l'assessore Boraso in questa vicenda adombrando l'accusa di "tangenti" - aggiunge Luis Lotti -. Lo stesso discorso vale per l'assessore regionale Francesco Calzavara: sulla gestione dell'hotel ricavato a Palazzo Donà avevamo ricevuto due offerte non andate in porto perché i proponenti non volevano accollarsi la spesa di due milioni di euro per gli arredi, costo invece sostenuto dalla famiglia Calzavara che abbiamo conosciuto tramite un broker». E poi avete acquistato Palazzo Papadopoli. «Pagato poco? In questi anni abbiamo cercato di rivenderlo alla stessa cifra, ma non si è fatto avanti nessuno - risponde il braccio destro di Kwong -. Abbiamo investito 10,8 milioni di euro per acquistarlo e dovremo metterne altrettanti per ristrutturarlo realizzando, visti i vincoli che ci sono, appena 25 camere. Siamo ancora indecisi tra procedere con la ristrutturazione o cercare di rivenderlo, in primo luogo proprio per il clima che si è creato. Siamo davvero amareggiati. Avviliti, Queste accuse fanno perdere l'entusiasmo».

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