Protesta di "IoApro", pioggia di multe a titolari e clienti. «Non le paghiamo»

Sabato 6 Febbraio 2021 di Mauro De Lazzari
Il titolare del ristorante "Quattro forchette" di Marcon, William Abate
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MARCON - Pugno duro a Marcon nei confronti di quanti hanno aderito alla manifestazione di protesta “IoApro”. Il comando della Polizia locale ha fatto partire in questi giorni le raccomandate con le quali viene intimato il pagamento di una multa piuttosto salata a quelle persone che la sera dello scorso 15 gennaio si trovavano all’interno del ristorante “Quattro Forchette” di piazza IV Novembre. Oltre alla sanzione di 400 euro già notificata al titolare del locale, sono in viaggio 15 lettere destinate ai clienti residenti fuori Comune, i quali dovranno pagare 800 euro ciascuno (ridotti a “solo” 560 euro se la multa verrà pagata entro 5 giorni dalla notifica) e tre raccomandate a persone che invece risiedono a Marcon alle quali è stata elevata sanzione di 400 euro (280 se pagati subito).
LA PROTESTA
Diciannove persone in tutto (18 clienti più il titolare) alle quali la polizia locale, sulla base del Dpcm governativo, ha contestato la presenza all’interno del ristorante la sera del 15 gennaio. «Di certo non pagherò la multa – afferma il titolare del Quattro Forchette, William Abate – in quanto lo ritengo un provvedimento anticostituzionale. Piuttosto vorrei sapere il criterio adottato dalla Polizia del Comune di Marcon per sanzionare tanto il sottoscritto quanto i clienti che quella sera erano da me, visto che non ho notizia che altri esercizi che hanno dato vita a manifestazioni di protesta identiche alla nostra siano stati multati. Devo quindi dedurre che in Italia non veniamo giudicati tutti allo stesso modo e chi sta al “comando del vapore” adotta la formula dei “due pesi e due misure”». William Abate ha aperto il ristorante Quattro Forchette esattamente un anno fa ed è proprio il caso di dire che non poteva essere più sfortunato di così visto che proprio agli inizi di febbraio 2020 iniziava l’emergenza sanitaria. «Non sono riuscito a fare nemmeno la serata dell’8 Marzo – dice – perché ormai eravamo in piena pandemia e già erano scattate le limitazioni. Vorrei comunque sottolineare che non sono un negazionista e che sono ben consapevole che il virus c’è e circola. Ma così, come mi si consente di fare ristorazione a mezzogiorno con un numero di coperti che garantiscono il distanziamento fisico tra i commensali, mi domando perché, adottando le medesime precauzioni, non si possa lavorare anche alla sera. Ho la necessità di dare continuità alla mia attività – continua Abate – altrimenti non ce la faccio a pagare la luce, il gas, l’acqua, l’affitto, il mutuo e lo stipendio ai dipendenti. So che questo è un “refrain” che ripetono un po’ tutti i ristoratori, ma per me vale ancora di più perché ho iniziato da poco e non ho avuto il tempo di accumulare neanche un piccolo gruzzoletto per poter fronteggiare le situazioni di emergenza. Quel poco che finora è arrivato dal Decreto Ristori mi ha permesso solamente di far fronte allo stipendio dei collaboratori, ma va pagato anche tutto il resto e, se non lavoro, non so proprio come fare».
IL SINDACO E I VIGILI
Sulle ragioni delle contravvenzioni elevate interviene il comandante della Polizia locale di Marcon, Claudio Rubini. «Sono consapevole - spiega - delle difficoltà che incontra chi ha delle attività, in particolare nel settore della ristorazione, ma non si poteva consentire a qualcuno di non rispettare le regole. Penso che sarebbe stato profondamente ingiusto nei confronti di chi quelle regole le ha rispettate e continua a rispettarle, pur svolgendo la stessa identica attività, anche a seguito della nota prefettizia pervenutaci poche ore prima che avesse inizio la manifestazione di protesta». Multa inevitabile anche per il sindaco Matteo Romanello: «Abbiamo dovuto a malincuore sanzionare questo esercizio e la sua clientela, consapevoli che le attività di ristorazione risultano tra le più penalizzate e dimenticate dal Decreto Ristori. Le persone che sono state coinvolte - aggiunge - tra cui ci sono anche degli amici e conoscenti che abitano nei territori circostanti, godono della mia stima e di tutta la mia solidarietà. Abbiamo cercato di spiegare quali sarebbero state le conseguenze di quel gesto, ma evidentemente non è bastato per evitare questa antipatica contrapposizione».
A MESTRE
Tre multe da 400 euro ciascuna e controlli continui, una quindicina ne hanno contati all’osteria “Quanto Basta” di viale Garibaldi, a Mestre, uno dei locali che il 15 gennaio avevano preso parte alla manifestazione di protesta “IoApro” e che da quel momento non ha più chiuso. E adesso che anche per la legge i locali possono alzare la serranda - ma fino alle 18 - al Quanto Basta si lavora fino alle 20, con il normale orario. Così, multe e controlli sono fioccati. «Le multe non le abbiamo pagate, faremo ricorso - spiega il titolare, Stefano Lopez -.

Tengo aperto semplicemente perché non c’è altra strada se vogliamo andare avanti: è da un anno ormai che lavoriamo con, quando va bene, il 40 per cento in meno, ma le tasse restano uguali da pagare. I controlli? Vengono, perché sono mandati da qualcuno che ci vede aperti. Noi teniamo aperto per quello che si riesce, non c’è comunque nessuno in giro».

Ultimo aggiornamento: 09:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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