Traffico di rifiuti dal Friuli e dall'Est Europa, indagati eccellenti fra politici e imprenditori Tutti i nomi

Martedì 8 Febbraio 2022 di Cristina Antonutti e Davide Tamiello
Gli imponenti impianti della Bioman in località Cossana a Maniago, in provincia di Udine
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UDINE/VENEZIA  - Montagne di rifiuti trasferite dal Friuli al Veneto, ma anche nell’Est Europa, senza autorizzazione. Un’inchiesta dei carabinieri del Noe di Udine, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Trieste, ha puntato i riflettori sulla galassia di società che gravitano attorno al colosso Bioman Spa di Maniago. Oltre  al miranese Angelo Mandato, amministratore di fatto e titolare della società,  un decreto di conclusione delle indagini preliminari, firmato in dicembre dal sostituto procuratore Federico Frezza, ha raggiunto a cascata imprenditori come Pietro e Michele Buzzi, amministratori di Buzzi Unicem/Cementizillo, l’amministratore di Herambiente Andrea Ramonda e l’ex sindaco di Este Franco Greggio.


LE INDAGINI
Gli investigatori hanno monitorato per mesi i camion della Bioman e delle altre aziende coinvolte, compresa la Eco Sinergie di San Vito al Tagliamento. Hanno piazzato telecamere e Gps sui mezzi carichi di rifiuti per pedinarli lungo i percorsi che li portavano fuori regione o all’estero. Poi hanno cominciato a sentire gli autisti, i dipendenti di Bioman e perfino gli operai addetti alle pale meccaniche usate per rimescolare il compost, perché dall’indagine sono emersi dubbi anche sulla maturazione del compost poi versato nei terreni.

LE CONTESTAZIONI
La Procura antimafia ritiene che, alla luce di quanto emerso dalle indagini, si possa configurare il reato di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, che punisce chi gestisce abusivamente quantitativi ingenti. L’impianto accusatorio si distingue in varie fasi: da una parte i quantitativi di compost prodotti nello stabilimento friulano di via Vivarina, a Maniago, dall’altra il filone dei rifiuti urbani che avrebbe visto migrare dal Friuli al Veneto qualcosa come 480mila tonnellate di immondizie, tra il 2017 e il 2020, soprattutto negli impianti della Sesa, ad Este, in violazione al divieto di smaltimento in regioni diverse. Vi è poi il capitolo legato alla sanvitese Eco Sinergie, al cui amministratore si contesta di aver inviato in Austria, Ungheria e Slovenia migliaia di tonnellate di immondizie illecitamente, senza che fossero state prima trattate.

IL COMPOST
Nello stabilimento Bioman di Maniago i rifiuti diventano compost. Secondo la Procura di Trieste, nei terreni sarebbero stati sparsi ogni anno tra il 2017 e il 2020 oltre 30mila tonnellate di compost - complessivamente 102.857 - che non avevano raggiunto la completa maturazione, che avviene nell’arco di 70 giorni. Secondo quanto acquisito dagli investigatori attraverso le testimonianze, il materiale finiva in natura già dopo una decina di giorni.
Attraverso Eco Sinergie (società che non risulta indagata ma che si è comunque affidata all’avvocato Luca Ponti) sarebbe stato individuato il filone dell’Est Europa, dove sarebbero finite tonnellate di rifiuti senza autorizzazione.

Irregolarità sarebbero state individuate anche per le tonnellate di immondizie conferite nell’inceneritore della Greenman di Manzano o per il cosiddetto Css (combustibile solido secondario) conferito a Cementizillo o in altri impianti che si trovano all’estero.

I VENEZIANI

Il primo della lista è l’uomo che ha costruito un impero sulla gestione dei rifiuti. Angelo Mandato, 55 anni, originario di Ballò di Mirano (ma che ora vive nel Padovano, a Este, dove ha sede la sua azienda, la Sesa Srl) in città era stato anche, da giovanissimo, consigliere comunale: negli anni ‘90, tra le fila della Democrazia cristiana, pupillo dell’allora sindaco Renzo Milan. Poi la galassia di aziende in materia di rifiuti: proprietario della Bioman Spa di Maniago, oltre che amministratore di Finam Group Spa, Snua Srl, Agrilux Srl, Ing.Am Srl, Sesa Srl, Sav.No srl e Greeman Srl.

Bioman, fondata nel 2005, è una società con cui Mandato ha messo insieme diverse amministrazioni pubbliche per realizzare un impianto di trattamento della frazione biodegradabile dei rifiuti urbani. Nel tempo è diventato un vero e proprio punto di riferimento a livello nazionale (arrivata persino a trattare i rifiuti per Roma). La continua crescita del volume dei rifiuti trattati e della produzione e vendita di energia elettrica ha avuto effetti positivi anche sul bilancio, con i ricavi che sono passati dai 31,5 milioni del 2014 ai 45 milioni del 2019. Sesa, la sua prima creatura, è l’acronimo di Società estense servizi ambientali: nata nel 1995, è una spa al 51% di proprietà del Comune di Este e al 49% della Finam group spa, società finanziaria controllata appunto da Mandato.
Della Sesa è amministratore un altro miranese, Maurizio Simionato. 66 anni, ex consigliere comunale anche lui, nella maggioranza di centrosinistra dell’ex sindaco Gianni Fardin, tra 2003 e 2008. Simionato a Mirano è molto conosciuto: ex dipendente dell’Ulss ed ex presidente (ora sponsor) dell’unione ciclistica Mirano, ideatore di tante iniziative sportive e sociali. 


DA AMAV A SAVNO
Tra i nomi noti dell’inchiesta spunta anche quello del veneziano Luciano Bertagnolli, 82 anni, presidente del Cda di Savno Srl di Vittorio Veneto. Quando ancora non c’era Veritas, fu direttore dell’ex municipalizzata per i rifiuti Amav, succedendo ad Antonio Stifanelli. Bertagnolli nel 2002 era finito in un’altra inchiesta, coordinata dal pubblico ministero veneziano Luca Ramacci, per presunti illeciti nella gestione dei fanghi all’isola delle Trezze. 
Da Portogruaro, invece, indagata anche Martina Ricetto, 51 anni, presidente del Cda di Greenman Srl fino al luglio 2018. Laureata in Ingegneria chimica all’Università di Padova, dopo un Master in Hse (letteralmente salute, sicurezza e ambiente), Ricetto dal 1996 ha lavorato nel settore chimico, nel vetro, nel pet food e nel metalmeccanico e dal 2011 nel settore dei rifiuti. Si occupa di tematiche aziendali in materia di ambiente, con conoscenze specifiche in termini normativi, di sostenibilità. Da luglio 2021 è direttore generale e consigliere delegato di Eurofibre di Marcon. Vive a Portogruaro ed è consigliere nazionale di Eisi, l’Ente italiano degli sport inclusivi, eletta per il Friuli Venezia Giulia. Chiude la lista degli indagati veneziani il 68enne mestrino Francesco Codato, legale rappresentante di Greenman Srl di Manzano.

Manager Indagata, la veneziana Martina Ricetto

Ultimo aggiornamento: 9 Febbraio, 09:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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