Sì all'inceneritore di Fusina ma stop ai fanghi

Sabato 18 Luglio 2020 di Fulvio Fenzo
L'inceneritore di Fusina
Avanti con le due linee “convenzionali”, quelle che bruciano il combustibile prodotto dal trattamento dei rifiuti, ma prima di dare l’okay anche alla terza linea, quella progettata per essiccare e incenerire i fanghi, si dovranno compiere ulteriori approfondimenti sulle tecnologie da utilizzare. Dall’incontro dei tecnici di Regione e Ministero dell’Ambiente, ieri mattina a Roma, è arrivato un mezzo via libera al progetto di “aggiornamento tecnologico del polo impiantistico di Fusina” contro il quale, in questi mesi, ambientalisti e comitati si sono scagliati paventando il rischio di trasformare la zona nella “pattumiera del Veneto”. Un risultato, fermando i fanghi, l’hanno raggiunto almeno per ora, ma anche da Veritas si dicono soddisfatti. Perché adesso si potrà tornare a bruciare quel Css - il combustibile solido secondario, fatto dei rifiuti non riciclabili opportunamente trattati - che non si sapeva più come smaltire non essendo più richiesto dalla vicina centrale Enel. L’incontro ha di fatto confermato l’impostazione proposta dall’assessore all’Ambiente della Regione Veneto, Gianpaolo Bottacin, e condivisa dal ministro Sergio Costa all’inizio di luglio. Con l’okay dei tecnici, ora manca solo l’Autorizzazione unica ambientale che, in una imminente conferenza di servizi, considererà solo le prime due linee dell’inceneritore, «scorporando invece la terza, quella relativa al trattamento dei fanghi di depurazione urbana potenzialmente contaminati dai Pfas», come specificano dalla Regione. «Abbiamo continuato a lavorare nel clima di collaborazione e condivisione del percorso instaurato nelle settimane scorse – sottolinea Bottacin –. Noi veneti ben comprendiamo l’utilità di trattare e rendere inerti sostanze come i Pfas, ma prima di procedere in tal senso dobbiamo acquisire maggiori certezze sulle tecniche da mettere in atto. Pertanto abbiamo sospeso la procedura sulla nuova linea e richiesto agli enti scientifici nazionali il supporto necessario: prima di procedere con l’eventuale autorizzazione di impianti di queste dimensioni, vogliamo conoscere ogni possibile conseguenza derivante dalla loro attività sul piano ambientale, scongiurando innanzitutto rischi per la salute dei cittadini». La terza linea non è cancellata, dunque, ma resterà ai box decidendo di coinvolgere prima gli enti del sistema nazionale sanitario e di protezione ambientale, al fine di accompagnare gli enti territoriali nelle politiche strategiche future sui trattamenti degli inquinanti emergenti. Una linea in meno, ma per Veritas è comunque un successo visto che l’attuale linea L1 (l’unica in funzione, ma finora per bruciare biomasse) è già stata modificata per il Css potendo entrare in attività non appena arriverà l’autorizzazione. Non a caso ieri pomeriggio il presidente di Veritas, Vladimiro Agostini, ha subito espresso “grande soddisfazione” per l’esito del tavolo tecnico romano: «È un’ottima notizia – commenta –. Ringrazio la Regione e l’assessore Bottacin, e anche le amministrazioni comunali del nostro territorio che hanno bene valutato le nostre necessità impiantistiche e supportato un progetto che mai è stato pensato per ricavare profitto o fare gli interessi di qualcuno, ma esclusivamente per garantire l’interesse pubblico del sistema di smaltimento dei rifiuti. Ricordo solo che stiamo parlando solo 15% dei rifiuti raccolti nel nostro territorio, dal momento che l’82% è avviato al riciclo. In questo modo - prosegue Agostini - allontaniamo dal nostro territorio ogni rischio di crisi o emergenze legati allo smaltimento dei rifiuti, in particolare del rifiuto secco residuo, che ora siamo costretti a inviare in impianti in Lombardia, con aumento dei costi e dell’inquinamento dovuto al traffico dei camion sulle strade. Voglio rassicurare i cittadini, pure quelli che hanno agitato immotivate paure, il progetto che è stato esaminato dal tavolo tecnico è perfettamente sicuro e a norma per quanto riguarda il rispetto della salute delle persone e dell’integrità del territorio».
Ultimo aggiornamento: 08:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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