VENEZIA - Una bara bianca di frassino: sopra, una grande cuscino di rose bianche ed uno più piccolo di fiori rossi. Poi, il casco nero e rosso per le gare da sci e, alla fine della messa, l'ultimo viaggio su una gondola.
Si sono svolti ieri mattina, in una gremitissima basilica dei santi Giovanni e Paolo, i funerali di Giulia Ramelli, la maestra di sci veneziana 34enne, morta una settimana fa sotto una valanga tra le Cinque Torri e il Nuvolau, a Cortina. Il rito è stato concelebrato da don Giuseppe Giacon, parroco dei santi Giovanni e Paolo, e da don Filippo Gorghetto, dell'oretorio salesiano di via Garibaldi, dove Giulia viveva nei mesi estivi assieme alla mamma Michela ed al secondo marito Gianfranco Vianello Crea, e dove aveva mosso i primi passi nel patronato e poi tra gli scout.
«Giulia giocava a calcio fra i maschi - ha esordito don Filippo - perché lo sport era già dentro di lei, come la voglia di libertà fra i boschi.
IL FIDANZATO
Giulia, infatti, era fidanzata con il coetaneo Jeremy Bassani, che aveva conosciuto sui campi di neve. Dovevano sposarsi a settembre e risiedere a Venezia. «Se avete un sogno, specialmente affettivo - ha ammonito Jeremy - coronatelo subito, perché poi la vita può riservare sorprese amare». Quindi, rivolgendosi alla sua Giuly, ha ricordato i viaggi insieme, la gita alle Maldive e quel volo in aereo sul lago d'Iseo, quando proprio Giulia fu la sua prima passeggera. Infine, uno sfogo. «Mi spiace che ci sia stato chi ha offeso la famiglia e anche me», ha concluso. «Ho visto che tra la gente in chiesa c'era anche lui - ha spiegato poi nel pomeriggio - Una persona che si è permessa di entrare molto male nelle dinamiche familiari». Il consigliere Aldo Reato ha rappresentato l'amministrazione comunale, ed allo stesso scranno c'erano anche la consigliera Francesca Rogliani e Paolo Romor, vice presidente del consiglio comunale. Fra i fedeli, lo stesso Crea, e Piero Paccagnella, il cinquantenne rimasto illeso dalla valanga. Hanno presenziato anche alcuni rappresentanti della Scuola Sci, di Cortina, i colleghi di Giulia.
I MAESTRI DI SCI
«Le piste sono vuote senza di te, Giuly - l'ha commemorata un'altra maestra di sci - Ci mancano tanto le tue trecce bionde che svolazzano sulla neve. Eri la nostra maglia rosa. Eravamo sempre meravigliati della tua energia, della tua voglia di vivere anche dopo il lavoro. Quando ti mettevi in testa un progetto, era difficile distoglierti. Ci mancherai tanto». Dai monti alla laguna, ecco le sue amiche speciali, come si sono definite: «Ogni lasciata è persa, vero Giuly? - hanno aggiunto - hai vissuto la tua vita appieno, cogliendo ogni occasione. Stavamo lontane per lunghi mesi, ma poi bastava uno sguardo e ci capivamo subito, rafforzando lo nostra amicizia». Ha parlato anche un suo insegnante di liceo: «Negli occhi, Giulia esprimeva luce ed intelligenza. Dimostrava passione soprattutto per la scienza». Al termine della funzione, la bara è stata caricata su di una gondola parata a lutto, vogata da cinque gondolieri che, dopo l'alzaremi ed una caloroso applauso, l'hanno condotta al cimitero di San Michele.