Venezia. Gian Enrico muore a 59 anni nel suo studio-alloggio, a trovarlo il suo assistente. Amministrava 100 condomini

Mercoledì 24 Gennaio 2024 di Redazione
Gian Enrico muore a 59 anni nel suo studio-alloggio, a trovarlo il suo assistente. Amministrava 100 condomini

VENEZIA - È stato trovato morto nel suo studio che usava anche come abitazione, stroncato probabilmente da un malore, Gian Enrico Ranzato, storico amministratore di condominio della città. Era nato nel 1964, considerato da tutti una bravissima persona e un serio lavoratore. Si era laureato in economia a Ca' Foscari e viveva, appunto, in un appartamento all'interno del suo studio ai Tre Archi: tutta la sua vita l'aveva dedicata al lavoro che più amava. «Era ormai da anni - dice il suo amico e commercialista Michele Scibelli - che Gian Enrico pensava al futuro e di lasciare, in maniera graduale, lo studio ai suoi collaboratori, un modo per ringraziali per tutto l'aiuto che li davano, non avendo mai avuto ne moglie e ne figli». Il suo studio, che contava circa un centinaio di condomini gestiti, offre da anni la competenza nell'amministrazione condominiale di edifici tipicamente Veneziani, di edifici classici presenti nell'area di Mestre-Marghera, Lido e anche in alcuni quartieri nuovi sorti di recente nelle aree periferiche della città (ad esempio area Jungans Giudecca).
Intorno alle 10 di ieri mattina, il figlio di una storica collaboratrice - anch'egli aiutante di Ranzato - è andato ad aprire lo studio, come spesso faceva, e dopo aver svolto le sue mansioni, verso le 11 è andato a chiamarlo, perché in ufficio era arrivato un cliente.

Ranzato non si era ancora fatto vedere: normalmente a quell'ora era già uscito dalla camera per mettersi al lavoro, ma ieri mattina non rispondeva al suo assistente.

MASSAGGIO CARDIACO

Il giovane, dopo aver aperto la porta, ha provato a svegliarlo in maniera sempre più decisa - pensando all'inizio a uno scherzo, visto il rapporto di confidenza tra i due - e poi ha chiamato prima la madre e poi il 118. I sanitari, al telefono, hanno istruito il giovane a praticare un massaggio cardiaco, ma ormai era troppo tardi per intervenire. Appena sono arrivati i soccorsi, Ranzato era già morto.
«Mio fratello - racconta Stefano Ranzato - soffriva di cuore e di recente era stato ricoverato in ospedale. Era un uomo pieno di passioni, attivo ed esuberante, amava la musica, i viaggi e il bricolage. Amava anche il suo camper, dove si rifugiava ogni tanto». La procura ha ritenuto di non effettuare l'autopsia, trattandosi di morte naturale. I funerali non sono ancora stati fissati.

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